Superlega Scaroni
Paolo Scaroni (copyright: Roberto Monaldo/via Onefootball)

Ospite di Rai Gr Parlamento, nella trasmissione “La politica nel pallone” condotta da Emilio Mancuso in cui sono intervenuti come ospiti il direttore di Calcio e Finanza Luciano Mondellini e il direttore di Tuttosport Xavier Jacobelli, il presidente del Milan Paolo Scaroni ha affrontato diversi temi, tra cui la questione “calcio-spezzatino”, il tema dei rinnovi e il mai tramontato discorso legato al nuovo San Siro.

Scaroni ha quindi riservato qualche parola per il controverso tema della Superlega, all’interno di un discorso più ampio sulla situazione economica nel mondo del calcio, tra ricavi, costi e palcoscenici europei. Con una nota finale dedicata ai procuratori.

«Le cose sono semplici: il mondo del calcio è fatto da ricavi e costi. I ricavi devono aumentare perché dobbiamo riavere gli stadi aperti, che motivano anche gli sponsor. Quindi ripartire con ricavi che vanno in senso positivo. Per il Milan la Champions è l’occasione per ritrovare quei tifosi che la seguono e non guardano la Serie A, è una fonte di reddito ulteriore. Sui costi va trovato un sistema a livello europeo per mettere un tetto. Se non lo facciamo continueremo ad avere disavanzi che renderanno il nostro sistema insostenibile», ha dichiarato Scaroni.

Poi, sul fair play finanziario: «Certamente il calcio come noi lo viviamo è un calcio che piace meno ai giovani. Su questo penso la UEFA stia facendo riflessioni, quello che loro decidono per noi diventa regola. Poi c’è il tema della corsa ai costi degli ingaggi, altro tema a cui deve provvedere e che non è riuscita a contenere attraverso il FPF, che è stato insufficiente. Poi ci sono tutti i temi per rendere il calcio più internazionale: noi competiamo con altri sport, la NBA sta facendo sforzi giganteschi per attirare tifosi da altri paesi. Temi tanti, dobbiamo lavorare tutti insieme per ridare equilibrio economico in tutta Europa».

Sulla vicenda Superlega, Scaroni ha detto che «senza dare interpretazione e dietrologie, nella mattina successiva all’annuncio i club inglesi hanno fatto un passo indietro. Ognuno può fare quello che vuole, se i 6 inglesi fanno un passo indietro tutti gli altri si trovano nella stessa condizione, da lì è partito tutto. Perché hanno fatto un passo indietro? Lo chiederei a loro».

Infine, il presidente rossonero ha espresso la sua posizione sul discorso dei procuratori: «Come si faccia a normare professionisti che vengono incaricati di contrattare condizioni per giocatori e allenatori non lo so. Quello che posso immaginare è creare un FPF per limitare le spese per gli ingaggi, qualche cosa che incida. Credo che la UEFA ci stia riflettendo. La vicenda Superlega è morta e sepolta ma ha dato un segnale di malessere che anche la UEFA non può lasciar correre».

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