Il Manchester City ha perso una sentenza preso la corte d’appello, che conferma che la Premier League sta continuando a indagare sul club per presunte violazioni del fair play finanziario. A riportarlo è il Guardian, che sottolinea come uno dei giudici abbia ritenuto parte delle argomentazioni del club “del tutto fantasiose”.
Nel marzo 2019 la Premier League aveva dichiarato che stava indagando sul City, come aveva già fatto la UEFA nei mesi precedenti. Come per l’organo di governo del calcio europeo, il campionato inglese era interessato alle fuga di notizie di Der Spiegel in cui emergeva la violazione delle regole sul fair play finanziario (FPF).
La corte di arbitrato per lo sport aveva annullato il divieto con cui la UEFA vietava al club di partecipare alla Champions League per due stagioni, sostenendo che “la maggior parte delle presunte violazioni non sono state verificate o sono cadute in prescrizione”.
Questo, però, non ha fatto desistere la Premier League, come sottolinea la sentenza di martedì. Il City aveva presentato il ricorso dopo che un giudice aveva sentenziato contro il club per quanto riguarda la segnalazione della sua disputa con l’organo di governo. La corte d’appello, composta da tre giudici, ha respinto l’argomentazione dei Citizens.
Lord Justice Males, uno dei tre giudici in questione, ha commentato l’eccessivo tempo trascorso da quando la Premier League ha lanciato la sua indagine: “Questa è un’indagine iniziata nel dicembre 2018. È sorprendente, e una questione di legittima preoccupazione pubblica, che così pochi progressi siano stati fatti dopo due anni e mezzo – durante i quali, si può notare, il club è stato incoronato due volte campione della Premier League”.
Il City ha rilasciato una dichiarazione, in cui afferma di rispettare “la decisione della corte d’appello sulla questione dell’arbitrato. La decisione si riferisce a procedimenti in corso e ovviamente non siamo in grado di fornire commenti fino a quando questi procedimenti non saranno completati”.