«Vi ringrazio per i sacrifici che state facendo che, certamente, sono di grande aiuto per il superamento di un periodo difficile. Mi permetto, per questo, di mettere a disposizione il mio emolumento annuo che almeno Vi consentirà di alleviare, almeno in parte, il peso della cassa integrazione. Un caro saluto. Massimo Moratti».
Con questa lettera autografa ai dipendenti dello stabilimento Saras di Sarroch, il presidente dell’azienda di raffinazione petrolifera ha rinunciato al proprio compenso annuo, circa 1,5 milioni, per integrare lo stipendio dei dipendenti in cassa integrazione.
La somma è destinata a 1.378 dipendenti non dirigenti delle società Saras di Cagliari, Milano e Roma che hanno due giorni di cassa integrazione al mese. L’accordo sulla cassa integrazione del quarto trimestre deve ancora essere finalizzato con i sindacati.
L’ex presidente dell’Inter non è nuovo a gesti di solidarietà. Per esempio, l’anno scorso attraverso la cassaforte Massimo Moratti Sapa, che detiene poco più del 20% del capitale di Saras, ha effettuato erogazioni liberali per combattere la pandemia per 3,365 milioni di euro, esborso che ha contribuito al risultato negativo del bilancio 2020 per 3,8 milioni di euro.