Si parla spesso e volentieri del grande percorso che è stato fatto da parte dell’Atalanta, che è riuscita nel corso degli ultimi anni ad affermarsi anche come una delle squadre più imprevedibili della Champions League, raggiungendo addirittura i quarti di finale contro il Paris Saint Germain, sognando anche la semifinale per qualche minuto, salvo poi cedere nei tempi supplementari.
La crescita della compagine bergamasca è stata intelligente e frutto di una progettualità ben definita: si vendono tanti talenti, si effettuano investimenti mirati e si cerca di individuare giocatori con grande potenziale da far crescere agli ordini di mister Gasperini.
Quattro bilanci di fila in utile
In effetti, i dati e le statistiche che arrivano da Bergamo sono impressionanti: quattro bilanci consecutivi in utile e pure l’anno horribilis del 2020 complice l’emergenza sanitaria legata alla pandemia che è stato in ogni caso messo in sicurezza. Gli sponsor crescono, come dimostra anche l’accordo con Plus500 trading online, una delle aziende leader nel settore degli investimenti sul web.
Una squadra che si diverte, cresce e riesce a stabilire, stagione dopo stagione, record su record. Il principio cardine che sta alla base di questo progetto che sta riscuotendo applausi un po’ da tutto l’universo calcistico è sicuramente quello della valorizzazione dei talenti. Una sorta di vero e proprio ciclo, un modello di crescita e di sviluppo sostenibile, che guarda decisamente al futuro e che non si limita al presente.
Il decennio di presidenza della famiglia Percassi, a cui si dovrebbero sommare anche gli anni alla guida del club orobico nei primi anni Novanta, hanno portato in dote un bilancio veramente incredibile, che non si può limitare solo ed esclusivamente alla parte più pratica, ovvero al terreno di gioco e ai risultati che sono stati conseguiti sul campo, ma che si estende molto facilmente anche all’aspetto economico, con una gestione che ha preso come mantra il “non fare mai un passo più lungo della gamba” e “puntare sui giovani”.
I conti del club bergamasco legati alle operazioni di mercato
Anche se la Champions League, da qualche tempo a questa parte, rappresenta una costante in casa Atalanta, in realtà è necessario mettere in evidenza come il bilancio della società bergamasca sia ancora fortemente condizionato dalle operazioni di mercato, che spesso e volentieri sono rappresentate da affari con le altre big della Serie A, in quelle che si possono definire a tutti gli effetti degli scambi di plusvalenze. In effetti, senza che l’Atalanta cedesse i propri gioielli, è chiaro che il bilancio sarebbe decisamente differente.
L’ultimo grande colpo di mercato, in uscita come si può facilmente intuire, è la cessione del difensore argentino Romero al Tottenham. Una plusvalenza dietro l’altra, visto che il trasferimento di Romero in Inghilterra non fa altro che replicare quanto è già stato fatto in passato.
Un progetto, quello atalantino, che ha dato sicuramente grandi soddisfazioni sul campo, anche per via del fatto di aver raggiunto uno status praticamente da big del campionato, ma anche a livello economico, visto che i conti, grazie a queste grandi operazioni, sono praticamente sempre impeccabili.
Nel corso degli ultimi quattro anni, ovvero da quando la società nerazzurra ha raggiunto in maniera stabile l’Europa, ecco che ha messo a bilancio qualcosa come più di 178 milioni di euro di plusvalenze proprio tramite la cessione dei suoi giocatori più talentuosi. Senza tutte queste operazioni, tra il 2017 e il 2020, ecco che le perdite avrebbe raggiunto ampiamente quota 50 milioni di euro.
La società, in effetti, ha sempre ragionato nell’ottico di una parità tra entrate e spese e, di conseguenza, proprio in base a tale principio, anche nella rosa non ci sono giocatori che si possono definire incedibili, ma sono tutti papabili di cessione, a patto che, però, arrivi quella che si può davvero definire come offerta giusta.