(foto Facebook)

Elementi che “consentono di ipotizzare” l’esistenza di irregolarità nello svolgimento di alcuni concorsi per l’assunzione di ricercatori e professori universitari all’Università per Stranieri di Perugia sono emersi da un’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Perugia. Corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio e turbata libertà degli incanti i reati ipotizzati. L’indagine – secondo quanto riportato dall’ANSA – non coinvolge l’attuale vertice della Stranieri.

Sono scaturiti dall’indagine sul cosiddetto “esame farsa” per la conoscenza dell’italiano sostenuto da Luis Suarez gli accertamenti che hanno portato la guardia di finanza a ipotizzare irregolarità in alcuni concorsi all’Università per Stranieri di Perugia.

Dall’analisi del materiale e dei documenti, anche informatici, acquisiti in quella occasione, in particolare dei telefoni cellulari, sono emersi elementi che hanno portato gli inquirenti a ipotizzare l’esistenza delle irregolarità. Nell’inchiesta figurano una ventina di indagati a vario titolo. Tre o quattro i concorsi sui quali si concentra l’attenzione degli investigatori.

Una serie di scambi di favori tra docenti universitari per favorire l’assunzione di ricercatori e professori verrebbe ipotizzata nell’indagine del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Perugia, coordinata dalla procura guidata da Raffaele Cantone, che riguarda l’Università per Stranieri del capoluogo umbro.

Nell’ambito dell’inchiesta le fiamme gialle hanno dato esecuzione ad un decreto di acquisizione documentale presso lo stesso Ateneo di Palazzo Gallenga e al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (i funzionari del quale non sono comunque coinvolti dagli accertamenti), nonché di esibizione di atti e documenti, con contestuale informazione di garanzia – spiegano gli inquirenti -, nei confronti di “più soggetti”, una ventina, indagati, a vario titolo, per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio e turbata libertà degli incanti.

L’ipotesi investigativa è che gli esiti dei concorsi potrebbero essere stati predeterminati, a seconda dei casi, mediante la scelta dei tempi dell’uscita dei bandi, la loro profilazione, l’individuazione di commissari compiacenti ed il controllo di ciascuna fase delle selezioni, fino alla nomina a vincitori dei candidati prescelti, “a prescindere” da ogni valutazione comparativa e di merito.

In una nota firmata dal procuratore Cantone si spiega che “ritenute tali condotte degne di approfondimento investigativo ed al fine di verificare l’eventuale grado di coinvolgimento delle persone indagate, anche a loro tutela, sono stati disposti puntuali accertamenti, mediante l’acquisizione di ulteriore documentazione relativa alle singole procedure concorsuali”.

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