L’aumento di capitale da 400 milioni di euro ne è costati 65 in borsa alla Juventus. Nella giornata di ieri, infatti, il titolo è sceso a un valore di 0,63 centesimi per una capitalizzazione di 839 milioni di euro.
Come ricorda MF-Milano Finanza, la società presieduta da Andrea Agnelli emetterà quasi 1,2 miliardi di azioni ordinarie da offrire ai soci in opzione nel rapporto di 9 ogni 10 azioni detenute. Il prezzo di sottoscrizione è stato determinato in 0,334 euro, con uno sconto del 35,3% rispetto alla chiusura di lunedì.
Exor – come comunicato dalla stessa Juventus – si è già impegnata a sottoscrivere l’operazione pro-quota (63,8%), sborsando circa 255 milioni (75 dei quali anticipati ad agosto). Sul mercato ci si domanda ora se farà altrettanto anche Lindsell Train, secondo azionista con l’11,2% e già critico nei confronti dell’operazione Superlega.
Il resto del flottante è in mano perlopiù a investitori individuali che sono probabilmente uno dei fattori all’origine dell’ondata di vendite abbattutasi ieri sulla Juventus. Tuttavia, nel corso della seduta sono passati di mano quasi 16,5 milioni di pezzi per un controvalore di oltre 10 milioni di euro.
Si tratta – sottolinea MF – di valori inusuali per i titoli del club che, per esempio, lunedì erano stati scambiati 10 volte meno. L’impennata delle contrattazioni potrebbe perciò nascondere iniziative da parte di qualche investitore istituzionale, un eventuale nuovo socio, pronto ad approfittare delle vendite retail per costruire posizioni nel capitale della società.