Federico Cherubini e Pavel Nedved (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Dal lungo interrogatorio – secretato – di Federico Cherubini, direttore generale della Juventus, i pm della Procura di Torino che conducono l’inchiesta sui bilanci del club bianconero, avrebbero raccolto molti elementi utili per approfondire le indagini.

L’audizione di ieri del manager della Juventus è durata 9 ore ed il dirigente che la scorsa primavera è stato promosso al posto di Fabio Paratici, ora al Tottenham, è un profondo conoscitore delle attività bianconere, essendo approdato alla corte di Agnelli nel 2012, con primo incarico nel settore giovanile e nella costruzione della Under23, la seconda squadra della Juventus che milita in serie C.

Secondo quanto riportato da La Stampa, Cherubini avrebbe difeso su tutta la linea le operazioni di plusvalenze, il cosiddetto «metodo Paratici» che, secondo il manager sarebbe legale a tutti gli effetti sia negli effetti «positivi» sul bilancio societario(e questo è noto) sia nei metodi (e su questo c’è discordanza coi magistrati).

Già nei prossimi giorni negli uffici del quinto piano del Palazzo di Giustizia di Torino i magistrati dovrebbero ascoltare nuove persone informate dei fatti, ancora prima degli indagati. I pubblici ministeri Mario Bendoni, Ciro Santoriello e il procuratore aggiunto Marco Gianoglio vogliono far luce sulle operazioni che hanno generato, in tre anni, plusvalenze per 282 milioni.

Diventa quindi importante sentire gli altri testi capaci di tradurre carte, cifre e movimenti. Infatti oltre a Cherubini, nel decreto di perquisizione appaiono altri nomi di manager che come lui non sono indagati, ma che conoscono i fatti. Tra questi quasi sicuramente Maurizio Arrivabene, da giugno a.d. della Juventus, Giovanni Manna, responsabile dell’Under 23, e Paolo Morganti, responsabile dell’organizzazione del settore giovanile.

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