Elkann affitti
John Elkann (Insidefoto)

Exor strategia Elkann – Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla tra le altre la Ferrari, la Juventus, CNH industrial ed è la prima azionista di Stellantis, inizierà il 2022 nel segno di Sergio Marchionne, l’ex ceo di FCA, scomparso nel 2018 e che è stato uno dei mentori nel business di John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, nonché primo azionista dell’intero impero industriale della dinastia piemontese.

Elkann infatti ha avuto molte guide nella sua crescita imprenditoriale. Una su tutte il nonno, l’avvocato Giovanni Agnelli, che tra il finire del secolo scorso e l’inizio di quello attuale, quando Elkann era poco più di un adolescente, individuò nel figlio di sua figlia Margherita il futuro leader della dinastia. Pochi anni prima, d’altronde, era mancato per una malattia molto particolare Giovanni Alberto Agnelli (detto Giovannino), figlio di Umberto e fratello maggiore dell’attuale presidente della Juventus Andrea, che precedentemente era stato indicato come possibile guida.

Il secondo mentore di Elkann è stato Gianluigi Gabetti, uno degli storici grand commis dell’Avvocato Agnelli. Fu Gabetti a guidare il giovane Elkann agli inizi della sua carriera. Sempre seduto in seconda fila Gabetti rassicurava nei grandi eventi pubblici il giovane manager spesso con un solo cenno del capo mentre Elkann parlava alle grande platee di businessmen internazionali.

Il terzo mentore di Elkann è stato sicuramente Sergio Marchionne. Fu lui a guidare il nipote dell’avvocato Agnelli nella sua crescita imprenditoriale quando nel 2010 diventò presidente dell’allora Fiat. Il loro tandem fu decisivo per permettere l’acquisizione di Chrysler, necessaria per la salvezza della società torinese.

Non solo, ma qualche anno fa quando Elkann varò l’acquisizione della società di riassicurazione statunitense Partnerre (poi rivenduta quest’anno a 9 miliardi di dollari mettendo a bilancio una plusvalenza di 3,2 miliardi di dollari), Marchionne ebbe un ruolo non secondario quando la partita si scaldò per l’entrata dell’offerta concorrente da parte di Axis ed Exor dovette combattere una battaglia a colpi di rilancio nel prezzo.

In questo quadro tra i grandi lasciti manageriali di Marchionne figura indubbiamente quello di sapere valorizzare al massimo gli asset in gestione. In più di un’occasione infatti il manager dal maglione nero seppe smerigliare al massimo il valore il patrimonio del Lingotto.

Exor strategia Elkann – Gli scorpori e l’estrazione del valore

Uno dei suoi strumenti preferiti era quello dello scorporo. In pratica quando Marchionne capiva che un brand o una area di business era in grado di affrontare da sola il mercato, molte volte la separava dalla società madre facendole prendere da sola la via del mercato. In questo modo in primo luogo si incassano i soldi della quotazione in borsa in quanto per mantenere il controllo della società non è necessario detenere il 100% del capitale. Inoltre, se una società è sana, è probabile che libera di fluttuare sul mercato si possa apprezzare, portando ulteriore valore alle azioni.

Tra gli esempi più importanti di questa tendenza va nominato quanto avvenne nel 2011 quando Marchionne decise che era tempo di separare le attività automobilistiche dell’allora Fiat (Fiat Auto) da quelle industriali come camion, macchine per l’agricoltura e l’edilizia (Fiat Industrial). La logica era semplice: le automobili sono destinate al consumatore finale e quindi, in quanto settore business-to-consumer, sono un settore esposto ai turbamenti del ciclo economico. I camion e le macchine per l’edilizia sono venduti alle aziende (business-to-business) e quindi sono meno soggette al ciclo economico. Di qui la separazione perché rispondevano a due logiche diverse di mercato.

E, mutatis mutandis, un’operazione simile avvenne anche nel 2015 quando avvenne la separazione della Ferrari dalla controllante FCA. Marchionne decise che il brand del Cavallino, con il suo allure famoso in tutto il mondo, avrebbe portato maggiori benefici ad Exor se fosse stato a se stante e non confuso con brand mass market quali Fiat o Lancia. Ad anni di distanza non si può dire che i fatti non abbiano dato ragione al manager italo-canadese visto che Ferrari è stato protagonista sui listini di una performance impressionante negli ultimi anni e ora è uno dei titoli più apprezzati al mondo.

In questo solco, Elkann sta seguendo la linea del manager dal maglione nero. Il primo e più importante passo in questo senso è stato quello di trovare un partner per FCA, che non poteva restare da sola di fronte alle pressione del mercato automobilistico mondiale. Sarebbe stata troppo piccola. Poco prima di morire Marchionne aveva tentato di trovare un’intesa, invano, con General Motors. Mettendo nel mirino il gigante di Detroit Marchionne aveva trovato un’azienda che nel caso di fusione forse gli avrebbe permesso do restare al timone della nuova entità.

Elkann, invece, era il proprietario e seguendo il consiglio di trovare un partner non si è rivolto agli americani ma ai francesi che non solo potevano offrirgli un marito per FCA ma anche un ceo per la nuova azienda. Così subito dopo la morte di Marchionne Elkann ha iniziato a lavorare alla possibilità di una fusione per il Lingotto e nel 2019 prima ha sfiorato le nozze con Renault e poi le ha portate a termine con Peugeot facendo sorgere Stellantis.

Elkann strategia Exor – Il percorso nel 2022

Ora a inizio 2022 Elkann ed Exor proseguiranno nel solco segnato d Sergio Marchionne. Dopo aver tentato di vendere il brand Iveco (nel portafoglio di CNH Industrial), a inizio anno questo è stato ufficialmente separato dalla società madre e quotato in borsa. In un’operazione che da un lato ricorda lo scorporo Fiat auto Fiat industriale: i camion non hanno la stessa logica industriale di macchine per l’edilizia e l’agricoltura. E dall’altro ricorda la separazione di Ferrari: il brand Iveco, soprattutto in Europa, è un marchio molto forte, molto più paradossalmente di CNH Industrial.

Gli analisti sono ottimisti, ora la parole spetta al mercato.

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