“La vista del presidente della Juventus Andrea Agnelli fa scattare Commisso. La Juventus è quotata alla Borsa di Milano. Il prezzo delle azioni del club è sceso di circa un terzo nei giorni successivi alla notizia dell’indagine (della Covisoc, ndr). Commisso dice che se gli stessi eventi si fossero verificati in una società quotata negli Stati Uniti, gli azionisti che avevano subito perdite ‘farebbero causa a quei figli di puttana (utilizza “motherfuckers” in inglese, ndr), scusate il linguaggio'”. Così il presidente della Fiorentina parla del suo rapporto con l’economia e la politica del calcio italiano, in una lunga intervista-reportage che gli dedica il Financial Times.
Commisso, parlando sempre della famiglia Agnelli, ammette che “ci sono anche gelosie, è vero. Perché chi altro ha fatto quello che ho fatto io in Italia? Vuoi che li elenchi? Non gli Agnelli. Il nonno, forse, non i nipoti. Non Gordon Singer al Milan. Non quel ragazzo alla Suning. Usano i soldi degli altri”.
Dusan Vlahovic “è cresciuto qui e dovrebbe essere riconoscente, qualunque cosa accada, al club che lo ha portato dove è”, aggiunge Commisso. Che poi torna sulla sua battaglia contro un certo modo di agire dei procuratori, schierandosi al fianco del presidente della Fifa, Gianni Infantino. “Più vivo in questo sport folle, più mi rendo conto di quanto sia incasinato” ha aggiunto Commisso parlando del calcio. “I tifosi mi amano, ma fino a un certo punto. Quel punto è la misura in cui ‘vinco e spendo soldi’”. Nell’articolo si parla anche del “Viola Park”, centro sportivo in costruzione a Bagno a Ripoli, che per Commisso “lascerà il segno”, anche se il patron della Fiorentina sostiene che i “ritardi e le modifiche hanno comportato costi aggiuntivi di oltre 20 milioni di euro”.
Il presidente viola parlando invece dello stadio Franchi, vincolato in alcune sue parti dalla Sovraintendenza ai Beni culturali, ha definito le scale a chiocciola e la Torre di Maratona: “La cosa più schifosa che sia mai stata inventata”, per poi ribadire: “Per competere con le prime 20 squadre in Europa dobbiamo raggiungere, in un modo o nell’altro, gli stessi livelli di entrate. Come ci arriviamo? Attraverso i ricavi dello stadio”.