Serie A governance lega
(Photo by Philippe LOPEZ / AFP) (Photo credit should read PHILIPPE LOPEZ/AFP via Getty Images)

Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport per parlare delle Olimpiadi Invernali di Pechino – che prendono il via nella giornata di oggi – e delle ambizioni italiane nelle sfide che gli atleti affronteranno nei prossimi giorni.

«Dobbiamo cercare di fare meglio di quattro anni fa. Vincere più di 10 medaglie e più di tre ori. Però una cosa già è bellissima: quando leggo sulla Gazzetta che Fischnaller vuole andare avanti fino al 2026 e che Arianna Fontana, che stava per mollare tutto, ci pensa pure lei, penso che Milano-Cortina possa essere già considerata un successo», ha esordito Malagò.

La conversazione si sposta poi su temi di politica e governance nel mondo del calcio, e su una Lega Serie A senza presidente: «È un mondo che conosco troppo bene. C’è troppa conflittualità, serve compattezza, la stessa che il mondo dello sport ha trovato non senza difficoltà in questi mesi. Mi auguro che arrivi un presidente all’altezza e che si evitino ulteriori contenziosi con l’istituzione sportiva. E poi c’è un problema di governance della Lega».

Una Lega che non può essere solo una somma di club: «Esatto. Poi nei club ci sono personalità forti, competenti, avranno sempre un loro ruolo». Poi, da Malagò anche una battuta sul Circolo Canottieri Aniene che ancora non prevede l’iscrizione alle donne se non per meriti sportivi: «Risponderanno i dirigenti attuali. Ma una cosa mi amareggia. Conosco per cognizione di causa quello che ha fatto l’Aniene per le donne e lo sport delle donne. Non credo ci siano altre strutture o associazioni private capaci di tutto questo. Altro che 5, sono centinaia le donne che fanno sport in quel circolo».

In chiusura, una battuta sul fatto che con il binomio Mattarella/Draghi – secondo Malagò – lo sport avrebbe perso: «Non era per sfiducia verso altre soluzioni. Ma di Mattarella conoscete la clamorosa sensibilità verso il nostro mondo. Quanto a Draghi ha sempre dato dei segnali molto significativi a tutti noi. Li ha potuti toccare con mano anche il presidente Bach».

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