Quello di Carlo Bonomi è il nome nuovo per la futura presidenza della Lega Serie A. L’attuale presidente di Confindustria – nominato per l’incarico nel 2020 – sarebbe il principale indiziato a rilevare la poltrona del dimissionario Paolo Dal Pino. Una candidatura, quella di Bonomi, spinta in particolar modo da Inter e Milan, mentre la Serie A è alla ricerca di una forte figura politica in grado di portare avanti relazioni fruttifere con il Governo.
In attesa di capire se Bonomi riuscirà effettivamente a conquistare i voti necessari ad essere eletto, sul tavolo restano dubbi circa la possibile incompatibilità del ruolo di presidente della Lega Serie A con quello di presidente di Confindustria. I dubbi emergono in particolar modo per quanto scritto del codice etico di Confindustria, alla voce “Imprenditori che rivestono incarichi associativi”.
«Oltre a quanto già indicato e previsto in precedenza – si legge all’interno del codice etico –, gli imprenditori che rivestono incarichi associativi si impegnano a: mantenere un comportamento ispirato ad autonomia, integrità, lealtà e responsabilità nei confronti del sistema, degli associati e delle Istituzioni, evitando di assumere incarichi, di natura politica o in associazioni esterne, che possano generare conflitti di interesse».
Come si può notare, la norma opera sul momento genetico del possibile conflitto (l’assunzione dell’incarico in un’altra associazione) impegnando coloro che rivestono cariche in Confindustria a non assumere altre cariche che – anche potenzialmente – possano dare luogo a conflitti d’interesse. E nulla esclude che gli interessi di Confindustria e della Lega Serie A possano non essere sempre coincidenti.
Sulla base di questi presupposti, gli stessi imprenditori che rivestono incarichi associativi si impegnano a «rimettere il proprio mandato, o autosospendersi, in caso di situazioni di incompatibilità o di azioni lesive per il sistema, nelle differenti articolazioni, e per la sua immagine». Considerando la presenza in Lega Serie A di presidenti che rivestono incarichi in società esterne al mondo del calcio, il rischio per Bonomi è che il ruolo di presidente della Lega Serie A possa prestare il fianco proprio a dei conflitti d’interesse.
Tanto è vero che secondo indiscrezioni emerse sugli organi di stampa Bonomi avrebbe già manifestato nel recente passato la volontà di lasciare il suo incarico in Confindustria. Una decisione che, eventualmente, spianerebbe la sua strada verso la presidenza di Lega. Nella giornata di domani, con la seconda assemblea elettiva in programma, se ne capirà sicuramente di più.
Calcio e Finanza ha provato a contattare Bonomi per un commento sulla questione, ma l’imprenditore non è stato reperibile per un commento. Va ricordato che per la fumata bianca c’è bisogno di 14 voti tra i 20 club del massimo campionato italiano. Possono bastare pochi franchi tiratori (7 per la precisione) per far saltare ogni candidatura. Dalla terza votazione, invece, servirà solo la maggioranza assoluta (11 voti) per eleggere il nuovo presidente.
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