La corrente di vendite che si è abbattuta su Piazza Affari, così come sul resto dei listini europei, non risparmia nessuno. Dopo Unicredit, finisce in asta anche Banco Bpm che cede un teorico 8,4%. È rientrata invece agli scambi Buzzi che perde il 9,86 mentre Pirelli segna un -9,3%. Tra gli altri bancari Intesa registra un -8,3%. Il Ftse Mib è in calo ora del 4,8% a 24.712 punti.
In particolare, stanno crollando in Borsa le azioni di Raiffeisen, Socgen e Unicredit, che figurano tra i titoli bancari più esposti verso la Russia. La banca austriaca, che genera oltre un terzo dei suoi profitti operativi in Russia, Ucraina e Bielorussia e ha 23 miliardi di esposizione verso Mosca (inclusi titoli sovrani), è il titolo più penalizzato (-16,8%).
Crollo del 10% circa anche per Socgen, che ha 18 miliardi di asset in Russia (di cui 10 miliardi di crediti) e genera meno del 3 dei suoi ricavi da Mosca, e per Unicredit, la cui esposizione è pari a 7,8 miliardi. Soffre anche Intesa Sanpaolo (-9,5%), la cui esposizione a Mosca, secondo i dati di Autonomous Reserch, è pari a circa 5,5 miliardi di euro con un’incidenza dell’1% sul totale dei prestiti. A picco anche le banche polacche, ‘vicine di casa’ dell’Ucraina, con Pko e Pekao che cedono il 13,7%. Benché poco esposta alla Russia paga dazio anche il gruppo Erste (-11%), che ha un’esposizione verso l’Europa dell’Est pari al 38% del portafoglio crediti, di poco superiore al 30% di Unicredit.
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