Utilizzare criptovalute per eludere le sanzioni imposte dagli Stati Uniti d’America. E’ questa – secondo quanto riportato dal New York Times – la mossa che potrebbe scegliere di fare la Russia per ridurre gli effetti economici negativi conseguenti alle sanzioni decise per l’invasione dell’Ucraina.
Secondo il quotidiano, le entità russe si stanno preparando ad attenuare alcuni dei peggiori effetti previsti stringendo accordi con chiunque nel mondo sia disposto a lavorare con loro. Da qui l’idea di utilizzare le valute digitali per aggirare i punti di controllo su cui fanno affidamento i governi, principalmente trasferimenti di denaro da parte delle banche, per bloccare l’esecuzione degli accordi.
«La Russia ha avuto molto tempo per pensare a questa specifica conseguenza. Sarebbe ingenuo pensare che non abbiano valutato esattamente questo scenario», ha affermato Michael Parker, un ex procuratore federale che ora dirige la pratica antiriciclaggio e sanzioni presso lo studio legale di Washington Ferrari & Associates.
Per applicare le sanzioni – spiega il New York Times –, un governo stila un elenco di persone e imprese che i suoi cittadini devono evitare. Chiunque venga sorpreso a interagire con un membro di questa lista rischia pesanti multe. Ma la vera chiave di qualsiasi programma di sanzioni efficace è il sistema finanziario globale. Le banche di tutto il mondo svolgono un ruolo importante nell’applicazione delle norme: vedono da dove proviene il denaro e a chi è legato e le leggi antiriciclaggio richiedono loro di bloccare le transazioni con entità soggette a sanzioni e di segnalare ciò che vedono alle autorità. Ma se le banche sono gli occhi e le orecchie dei governi in questo spazio, l’esplosione delle valute digitali le sta accecando.
Le banche devono rispettare le regole “conosci il tuo cliente”, che includono la verifica dell’identità dei loro clienti. Ma le piattaforme che facilitano l’acquisto e la vendita di criptovalute e asset digitali raramente sono altrettanto capaci di rintracciare i propri clienti come lo sono le banche, anche se dovrebbero seguire le stesse regole.
Per questo, se dovesse scegliere di eludere le sanzioni, la Russia avrebbe a sua disposizione molteplici strumenti relativi alle criptovalute, hanno affermato gli esperti. Tutto ciò di cui ha bisogno è trovare modi di operare senza toccare il dollaro. Esiste inoltre un precedente per questo tipo di “scappatoie”. Iran e Corea del Nord sono tra i Paesi che hanno utilizzato le valute digitali per mitigare gli effetti delle sanzioni occidentali, una tendenza che i funzionari degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite hanno recentemente osservato.
La Russia – da parte sua – potrebbe trovare partner disponibili in altre Nazioni prese di mira dalle sanzioni statunitensi, incluso l’Iran, che sta già sviluppando valute digitali sostenute dal governo. La Cina, il più grande partner commerciale della Russia sia nelle importazioni che nelle esportazioni, secondo la Banca Mondiale, ha già lanciato la propria valuta digitale della banca centrale. Il leader del paese, Xi Jinping, ha recentemente descritto le relazioni della Cina con la Russia come «senza limiti».
Questa situazione – conclude il NYT – avrebbe portato gli Stati Uniti a intensificare il monitoraggio dell’attività delle criptovalute. Il 17 febbraio, il Dipartimento di Giustizia ha annunciato di aver creato una nuova divisione, una mossa che sembrava sottolineare che i pubblici ministeri federali stavano prestando particolare attenzione ai comportamenti scorretti tra gli utenti nel settore criptovalute.
I funzionari stanno anche esortando l’industria delle criptovalute a mettere in atto controlli interni che impediscano ai malintenzionati di utilizzare i loro servizi. A ottobre, il Dipartimento del Tesoro ha pubblicato un manuale di 30 pagine sulla conformità alle sanzioni in cui raccomandava alle società di criptovalute di utilizzare strumenti di geolocalizzazione per eliminare i clienti nelle giurisdizioni limitate.
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