San Siro colloquio Pillon
Lo stadio di San Siro (foto Getty Images)

Sono passati ormai quattro mesi da quando il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dichiarato l’interesse pubblico nella realizzazione di un nuovo stadio a Milnao, dando, di fatto, il via all’iter per la costruzione della nuova casa di Inter e Milan. In questi quattro mesi, però, è rimasto tutto fermo, bloccato da richieste di dibattito pubblico e di referendum, in attesa che sulla vicenda piovano anche gli inevitabili ricorsi al Tar come da tradizione.

Nella giornata di ieri, c’è stato un botta e risposta piccato tra il capogruppo dei Verdi, Carlo Monguzzi, che ha accusato il Comune di boicottare il dibattito pubblico, e il capogruppo del Pd, Filippo Barberis, suo alleato che ha respinto le accuse, affermando che «l’amministrazione e io per primo stiamo sollecitando che si acceleri nella presentazione dello studio preliminare di fattibilità aggiornato secondo le importanti modifiche che sono state richieste a partire dal dimezzamento degli indici volumetrici. Se non c’è questo aggiornamento, non c’è l’oggetto del dibattito».

A questa complicata situazione – come spiega l’edizione odierna di Libero – si è aggiunto Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia, il quale sostiene di non capire il motivo per cui da novembre non è mai stata convocata una commissione consiliare per avviare le pratiche della costruzione del nuovo stadio di Milano.

Sala, invece, nella mattinata di lunedì ha parlato, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dello Iulm, affermando che: «Il problema è quello sollevato legittimamente da comitati che si stanno opponendo alla sua realizzazione. Il dialogo dovrebbe avvenire tra la squadra e questi comitati. Avevo indicato come ipotesi di luogo di incontro una commissione consiliare, occorre che si siedano attorno a un tavolo per chiarirsi».

Il Sindaco di Milano ha parlato anche dell’ipotesi che lo stadio finisca nell’hinterland milanese: «I tempi si allungherebbero ancor di più, per Milano sarebbe un grave danno. Peraltro, l’unica ipotesi in piedi mi sembra quella di Sesto San Giovanni, dove tra qualche mese si andrà al voto e potrebbe succedere di tutto».

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