Stella Rossa Gazprom
(Foto: Srdjan Stevanovic/Getty Images)

Tornano a fare paura i Delije, i terribili ultrà della Stella Rossa Belgrado, divenuti tristemente noti negli anni novanta non solo per essere guidati dal famigerato Comandante Arkan (al secolo Zeliko Raznatovic, assassinato il 15 gennaio del 2000 all’età di 47 anni) ma anche perché gli scontri tra i tifosi belgradesi (aiutati dalla polizia jugoslava nell’occasione) e gli ultrà della Dinamo Zagabria – i Bad Blue Boys – durante un Dinamo-Stella Rossa di quegli anni furono la scintilla che accese le tensioni striscianti tra i due popoli e portarono alle guerre che insanguinarono la penisola balcanica.

Nel match di campionato serbo contro il Vozdovac, vinto con il risultato di 3-0 dalla Stella Rossa, i tifosi di casa hanno intonato cori a supporto dell’invasione russa dell’Ucraina. «Russi e serbi fratelli per sempre», è il coro che si è levato allo stadio Rajko Mitić – noto come Marakàna – e che risuona anche nel palazzetto dello sport che accoglie le partite della squadra di basket di Belgrado.

Il tutto mentre secondo molti osservatori l’Unione europea sta monitorando molto attentamente lo scenario della Bosnia Erzegovina, repubblica indipendente sorta dalla disgregazione della vecchia Jugoslavia ma che contiene al suo interno due entità distinte: la federazione di Bosnia ed Erzegovina (dove convivono bosgnacchi musulmani ed ezergovesi croati e cattolici) e la Repubblica Serba di Bosnia a stragrande maggioranza serba.

Un mix che preoccupa Bruxelles, conscia della volontà di Putin di portare il conflitto nel cuore dell’Europa sfruttando proprio i serbi bosniaci. In questo quadro, quindi, è stato molto importante che nella recente votazione all’ONU la Serbia – che per ragioni culturali è storicamente legata a Mosca – abbia votato a favore della risoluzione che condanna l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Mentre non ha sorpreso il voto a favore della mozione da parte della Bosnia Erzegovina, ma qui ha pesato molto la parte bosgnacca ed erzegovese dello Stato.

Contrasta dunque, – in questo scenario – il supporto che arriva dal mondo del pallone. Non soltanto dai tifosi, ma dalla stessa Stella Rossa, che ha deciso di portare avanti il rapporto con il colosso russo Gazprom in termini di sponsorizzazione. Una scelta distante da quella operata da Schalke 04 e UEFA, che hanno tagliato i ponti con l’azienda energetica.

La UEFA, da parte sua, ha insistito sul fatto che non ordinerà alla società di Belgrado di lasciare il proprio sponsor principale in vista della prossima partita di Europa League con i Rangers. Il segretario generale del club ha insistito sul fatto che manterranno i rapporti in contrasto con quella che ha definito «l’isteria anti-russa».

Gli attacchi in Ucraina sono ormai in corso da più di una settimana, con le truppe russe che hanno attaccato durante la notte la più grande centrale nucleare d’Europa a Zaporizhzhia. Un video pubblicato su YouTube all’indomani della vittoria della Stella Rossa nella serata di ieri, mostra i sostenitori che offrono il loro sostegno alla Russia nonostante l’invasione.

Il direttore generale della Stella Rossa Zvezdan Terzic ha sottolineato inoltre che la società deve la sua sopravvivenza a Gazprom e ha bocciato la decisione di UEFA e FIFA di estromettere i club russi dal calcio. «Non abbiamo ricevuto una richiesta di rimuovere il logo Gazprom e spero sinceramente che ciò non accada. Gazprom è con la Sella Rossa dal 2010 ed era con noi quando siamo stati minacciati dai peggiori problemi finanziari. Se non fosse per Gazprom, la domanda è se la Stella Rossa esisterebbe ancora. Le persone che amano la Stella Rossa non dimenticheranno mai cosa ha fatto Gazprom per il club».

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