Serie A nuova sede Abu Dhabi
Lega Serie A (foto calcioefinanza.it)

a Lega Serie A si prepara al quarto tentativo per eleggere il nuovo presidente. Dopo le prime tre assemblee andate a vuoto, oggi infatti i club della massima serie si ritroveranno negli uffici di via Rosellini a Milano nella quarta assise elettiva.

Al momento sono tre i candidati ufficiali, ovvero l’ex dg della Rai Mauro Masi, l’economista e presidente di Societe Generale Lorenzo Bini Smaghi e il capo di gabinetto del ministero della Cultura Lorenzo Casini, al quale si è aggiunto negli ultimi giorni il nome di Andrea Abodi, ex presidente della Lega Serie B e oggi numero uno dell’Istituto per il Credito Sportivo. Ruolo quest’ultimo su cui ruota il tema dell’incandidabilità di Abodi in base allo Statuto della Lega di A, che spiega come siano ineleggibili «soggetti che ricoprono incarichi negli organi di altre leghe o svolgano per esse funzioni dirigenziali o di consulenza».

Il tema verrà portato oggi in assemblea, con l’Anac (l’autorità nazionale anticorruzione che vigila su eventuali incompatibilità dei successivi incarichi dei funzionari pubblici nel privato) che non avrebbe segnalato problemi mentre sette club (tra i quali Lazio, Napoli, Udinese, Fiorentina e Verona secondo il Mattino) dovrebbero presentarsi con in mano un parere pro-veritate di Raffaele Di Raimo, Ordinario di Diritto Civile nell’Università del Salento, come riportato dal Sole 24 Ore.

«Egli, sino a che ricopra un tale incarico, è comunque ineleggibile e, se eletto, la sua elezione “decade” automaticamente non consentendone in radice la nomina e per ciò stesso impedendo l’assunzione della carica. Questo esclude evidentemente qualsiasi ipotesi di successiva eliminazione dell’impedimento attraverso eventuali dimissioni dalla carica ricoperta», si legge nel parere riportato dal Sole 24 Ore.

Il tempo però inizia a stringere, perché il rischio commissariamento da parte della Figc si fa sempre più vicino, considerando che i club hanno infatti tempo fino al prossimo 24 marzo per eleggere il nuovo presidente ed evitare l’intervento federale. E l’ipotesi che anche oggi si assista ad una nuova fumata nera non è così improbabile.

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