Scaroni CdA SB Italia
Paolo Scaroni, presidente del Milan (Foto image Sport / Insidefoto)

«Non serve un tetto al prezzo del gas: sta per scendere rapidamente da solo. Il tema non sono le speculazioni, ma la necessità di andare a prendere energia da tutte le fonti possibili». Parole di Paolo Scaroni, deputy chairman di Rothschild, ma per dodici anni amministratore delegato di Enel ed Eni. Il presidente del Milan ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa, spiegando come non si possa ancora fare a meno della Russia e la svolta green non possa prescindere dall’atomo.

Sui rincari di petrolio e gas: «Per quanto riguarda il greggio, il mondo ha ricominciato a consumare 100 milioni di barili al giorno e paghiamo tre anni di inattività nell’esplorazione, perché le compagnie petrolifere sono state assediate da chi vede negli idrocarburi il diavolo. Quindi semplicemente domanda che cresce e offerta che scende. Tutto questo ha spinto i prezzi già prima della guerra, che poi ha stimolato fenomeni speculativi. Anche sul gas c’è stato un eccesso di domanda dopo aver penalizzato il carbone per ridurre le emissioni. La crisi con la Russia ha fatto il resto».

Sulle speculazioni fuori controllo: «Perché dare una connotazione negativa alla parola “speculazione”? Che male c’è se un operatore, immaginando quotazioni al rialzo, compra petrolio o gas? Credo che Cingolani si riferisca alla benzina, intendendo che l’aumento del petrolio non giustificherebbe più di 2 euro al litro. Non so se sia così, il ministro sicuramente parla a ragion veduta. Sul gas il meccanismo è molto più trasparente, ma si paga dazio alla speculazione finanziaria».

A proposito di una tassa sugli extra-profitti delle compagnie, Scaroni spiega: «Sono per cultura contrario a tasse imposte improvvisamente e contrarie al mercato. È vero che chi produce da rinnovabili e idroelettrico gode di profitti molto alti, perché ha costi bassi e il prezzo dell’elettricità è fatto dal gas: ma non si cambiano le regole in corsa. Semmai si potrebbero offrire ai proprietari degli impianti idroelettrici delle proroghe alle concessioni, in cambio della rinuncia a parte dei profitti per alleggerire le bollette alle fasce deboli e alle imprese energivore. Una soluzione di mercato, non una tassa imposta dal principe».

A proposito del gas, per Scaroni «i prezzi scenderanno precipitosamente da soli, le forniture ci sono e la primavera è in arrivo. Il tetto non serve. Gazprom si è sempre vantata della sua totale affidabilità. In cinquant’ anni non ha mai violato un contratto. Anche ora sta rispettando gli impegni e continuerà a farlo. Per la Russia sono entrate oggi più che mai irrinunciabili. Poi certo possiamo discutere dell’opportunità politica di finanziare la guerra, ma questo è un altro tema».

«In 12-18 mesi si possono al massimo dimezzare le importazioni, acquistando di più altrove e spingendo sul carbone. Se si vuole l’azzeramento non c’è alternativa a sacrifici importanti per i consumi delle famiglie e per i settori industriali energivori. In tutta Europa le centrali a carbone stanno viaggiando a pieno regime per ridurre i consumi di gas. In Cina e India non si sono mai fermate. Il punto è semplice: vogliamo sganciarci dalla Russia? Allora dobbiamo prendere l’energia dove c’è: più rinnovabili, più gas da altri Paesi, ma anche carbone».

Infine, una battuta sulla possibilità di tagliare il traguardo delle emissioni zero nel 2050: «Senza il nucleare è impossibile. Dobbiamo investire massicciamente nelle rinnovabili, ma non basterà: non lo dico io, ma l’Agenzia internazionale dell’energia. Del resto, l’atomo è nella tassonomia delle fonti verdi dell’Ue».

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