La rivista tedesca Der Spiegel ha svelato nuovi retroscena sui rapporti tra il Manchester City e il governo di Abu Dhabi, in particolare con riferimento a flussi di denaro direttamente sui conti del club. Nella lunga inchiesta la rivista ha ricordato che negli scorsi anni anche la Premier League ha indagato Citizens. Secondo le informazioni ottenute dalla rivista tedesca, tali indagini si sono concentrate su tre temi:
- i giocatori minorenni che sarebbero stati spinti a firmare contratti con il Manchester City attraverso pagamenti in denaro, in violazione delle regole;
- gli sponsor del club che pare abbiano fornito solo una parte del denaro previsto dagli accordi con il club stesso, con la maggior parte della cifra proveniente direttamente da Mansour;
- il tecnico Roberto Mancini, che ha allenato il City dal 2009 al 2013 e che avrebbe ricevuto una parte significativa del suo compenso in segreto a titolo di un contratto di consulenza fittizia.
Si tratta di accuse non nuove, a supporto delle quali sono stati svelati documenti direttamente da Der Spiegel negli anni passati. Tuttavia, una curiosità emerge per quanto riguarda il tema dei calciatori minorenni. Come noto, esistono regole speciali per la protezione dei giovani talenti calcistici. Ai club è vietato, ad esempio, trasferire calciatori di età inferiore ai 16 anni oltre i confini internazionali. E non sono autorizzati a effettuare pagamenti in denaro a calciatori minorenni, ai loro genitori o ai loro agenti.
Numerosi club hanno passato anni a ignorare sistematicamente queste disposizioni, al punto che la FIFA ha bloccato temporaneamente il mercato di queste società, come Chelsea e Real Madrid. Il Manchester City ha dovuto pagare sia alla Federcalcio inglese che alla FIFA multe per almeno 300.000 sterline per violazioni delle regole di protezione dei giovani.
Der Spiegel in passato aveva già riferito di pagamenti segreti effettuati dal Manchester City all’agente di Jadon Sancho, che all’epoca aveva 14 anni. Tuttavia, ci sarebbe un altro caso che finora è sfuggito: quello del quattordicenne Brahim Díaz arrivato al Manchester City dal Malaga alla fine del 2013. Pare che il calciatore, che attualmente milita tra le fila del Milan, si sia allenato per due anni nell’academy dei Citizens prima di poter essere tesserato ufficialmente.
Trasferimento avvenuto in un momento in cui non era possibile, di conseguenza sarebbe stato difficile per il club spiegare il versamento di denaro nelle casse del Malaga. Der Spiegel evidenzia che nelle mail della dirigenza del club, si deduce chiaramente che l’ADUG (Abu Dhabi United Group Investment & Development) fosse pronta a farsi carico del compenso di formazione relativo al trasferimento di Brahim, ma a quanto pare voleva nascondere il suo coinvolgimento. Secondo i documenti, la compagnia dello sceicco ha accettato di pagare un conto di 360.000 euro al Malaga tramite un’agenzia intermediaria di Barcellona, che ha poi inoltrato i soldi al club spagnolo.
I documenti interni mostrano anche che il caso di Brahim non è stato l’unico caso in cui l’ADUG è intervenuta per coprire i conti. Tra il 2010 e il 2015, la società dello sceicco avrebbe pagato almeno 4 milioni di euro a una società appartenente all’agente del calciatore ivoriano Yaya Touré. Secondo le mail, i pagamenti sarebbero stati autorizzati dal CEO del City Ferran Soriano e dal presidente Khaldoon Al Mubarak.