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Gian Piero Gasperini (Photo Andrea Staccioli / Insidefoto)

La delusione della semifinale di Europa League sfiorata, dopo quella di Champions sfiorata nel 2019/20, ora lascia spazio ai pensieri sul futuro. Dopo tre stagioni comunque da protagonista anche a livello continentale, ora il rischio per i nerazzurri è di rimanere fuori dalle coppe (con una gara da recuperare, i bergamaschi sono a -11 dal quarto posto, a -6 dal quinto e a -4 dal sesto). Il tutto mentre il club si prepara a quella che sarà la massima rivoluzione per la società, con l’ingresso nell’azionariato di Stephen Pagliuca e del gruppo di investitori che accompagneranno il co-chairman di Bain nell’investimento nel 45% delle azioni della controllante dell’Atalanta.

Ma come si è arrivati a questo punto? E soprattutto che margini ci sono per il futuro per poter fare anche meglio? La grande crescita per l’Atalanta è partita nel 2010, con l’inizio dell’era Percassi. Tralasciando il primo bilancio, chiuso al 31 dicembre 2010 con soli sei mesi di esercizio (in quanto l’Atalanta ha subito cambiato data di chiusura del bilancio spostandola da giugno a fine anno), il fatturato è più che sestuplicato dal 2011 al 2021, passando da 37,9 a 242,6 milioni, record per la società e quarto fatturato in Serie A.

A spingere la crescita sono state senza dubbio le plusvalenze e il player trading. Dal 2010, l’Atalanta ha registrato 330 milioni di plusvalenze su 1,3 miliardi di euro di ricavi complessivi, pari quindi a circa il 24%: fattore fondamentale come tutti i club, ma la capacità per i nerazzurri è stata quella anche di sfruttare il proprio settore giovanile. In attesa del bilancio 2022, in cui l’Atalanta potrà già incassare ad esempio la plusvalenza di Gosens.

L’IMPATTO DELLE PLUSVALENZE A BILANCIO
Bilancio Plusvalenze Fatturato  % Utili
2010* 8.333.780 20.154.633 41,35% 103.128
2011 2.773.994 37.930.297 7,31% -10.918.220
2012 12.361.859 59.641.479 20,73% -2.155.308
2013 14.662.940 63.306.558 23,16% 10.187
2014 14.217.720 61.207.903 23,23% -2.813.004
2015 23.270.300 74.340.060 31,30% -1.906.880
2016 22.472.637 83.088.547 27,05% 256.916
2017 46.685.266 147.696.647 31,61% 26.682.658
2018 24.231.467 155.740.626 15,56% 23.958.355
2019 38.753.413 188.621.277 20,55% 26.497.451
2020 68.482.096 241.997.996 28,30% 51.738.249
2021 53.607.849 242.670.019 22,09% 35.142.575
TOTALE 329.853.321 1.376.396.042 23,97% 146.596.107
Fonte: elaborazione CF su bilanci Atalanta Bergamasca SpA
Dati in euro

 

Non è un caso, quindi, se tra le principali plusvalenze diverse siano riferite a giovani usciti dal settore giovanile nerazzurro come Kulusevksi, Diallo Gagliardini, Conti e Caldara oltre a Kessie, scoperto e lanciato in Primavera dall’Atalanta.

LE PLUSVALENZE A BILANCIO
Calciatore Ceduto a Plusvalenza
Kulusevski Juventus 34.316.992
Diallo Manchester United 20.943.925
Gagliardini Inter 20.400.217
Conti Milan 20.376.893
Castagne Leicester 17.466.095
Kessie Milan 17.275.728
Caldara Juventus 14.872.787
Mancini Roma 12.673.082
Barrow Bologna 12.140.992
Cristante Roma 11.897.908
Fonte: elaborazione CF su bilanci Atalanta Bergamasca SpA
Dati in euro

 

Plusvalenze e non solo, dicevamo, perché un impatto negli ultimi anni è arrivato anche dai vari bonus e prestiti onerosi, per citare altre due fonti di ricavi relativi al mercato. Tanto che, rispetto alle plusvalenze, in questi anni dal mercato sono arrivati ulteriori milioni: il player trading è valso così 442 milioni, pari a circa il 32% del fatturato complessivo.

L’IMPATTO DEL MERCATO A BILANCIO
Bilancio Ricavi player trading Fatturato  Impatto %
2010* 8.451.086 20.154.633 41,93%
2011 3.004.983 37.930.297 7,92%
2012 12.413.564 59.641.479 20,81%
2013 14.843.205 63.306.558 23,45%
2014 16.780.735 61.207.903 27,42%
2015 25.356.383 74.340.060 34,11%
2016 22.723.637 83.088.547 27,35%
2017 64.465.540 147.696.647 43,65%
2018 68.886.757 155.740.626 44,23%
2019 52.199.577 188.621.277 27,67%
2020 70.434.601 242.670.019 29,02%
2021 82.574.432 241.997.996 34,12%
TOTALE 442.134.500 1.376.396.042 32,12%
Fonte: elaborazione CF su bilanci Atalanta Bergamasca SpA
Ricavi: plusvalenze+incassi prestiti+gestione giocatori
Dati in euro
*bilancio di 6 mesi

 

Plusvalenze che hanno permesso anche, con il passare degli anni, di alzare il livello degli acquisti sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico che economico. Basti pensare che negli ultimi anni sono arrivati giocatori come Musso, Miranchuk e Muriel, con cartellini pagati oltre 15 milioni.

GLI ACQUISTI A BILANCIO
Calciatore Acquistato da Costo
Musso Udinese 20.634.700
Muriel Siviglia 20.143.250
De Roon Middlesbrough 15.110.526
Miranchuk Lokomotiv 15.000.000
Kovalyenko Shakhtar 14.500.000
Pasalic Chelsea 14.357.106
Malinovskyi Genk 13.608.714
Zapata Sampdoria 12.000.000
Maehle Genk 11.368.334
Masiello Bari 7.000.000
Fonte: elaborazione CF su bilanci Atalanta Bergamasca SpA
Dati in euro

 

Una spesa sul mercato che ha portato a far crescere anche il costo della rosa a bilancio, mantenendo comunque i costi in equilibrio. Sempre escludendo i soli sei mesi dell’esercizio 2010, l’Atalanta è passata da spendere 27,8 milioni tra stipendi e ammortamenti dei calciatori (pari al 73,5% del fatturato) fino a 118 milioni nel bilancio chiuso lo scorso 31 dicembre 2019 (pari al 48% del fatturato), una quota che permetterebbe all’Atalanta di essere perfettamente all’interno dei regolamenti del nuovo FPF dell’UEFA.

IL COSTO DELLA ROSA A BILANCIO
Bilancio Compensi calciatori Ammortamenti Costo rosa Fatturato  Impatto %
2010 6.404.767 4.614.370 11.019.137 20.154.633 54,67%
2011 18.704.529 9.178.462 27.882.991 37.930.297 73,51%
2012 26.762.058 7.438.668 34.200.726 59.641.479 57,34%
2013 25.299.070 9.198.322 34.497.392 63.306.558 54,49%
2014 25.811.172 8.926.220 34.737.392 61.207.903 56,75%
2015 25.355.240 11.968.658 37.323.898 74.340.060 50,21%
2016 27.663.734 11.852.930 39.516.664 83.088.547 47,56%
2017 35.505.728 19.900.859 55.406.587 147.696.647 37,51%
2018 34.497.907 30.658.632 65.156.539 155.740.626 41,84%
2019 50.906.494 31.346.324 82.252.818 188.621.277 43,61%
2020 57.646.523 39.835.618 97.482.141 241.997.996 40,28%
2021 68.860.686 49.157.146 118.017.832 242.670.019 48,63%

 

Mai spese pazze, quindi, per il club bergamasco. Che negli ultimi anni, complice il salto di qualità grazie ai ricavi europei, si è garantito anche utili rilevanti a bilancio: in 12 esercizi sono stati solo quattro gli esercizi chiusi in rosso, con un risultato netto complessivo positivo per oltre 145 milioni di euro.

BILANCIO RISULTATO NETTO
2010* 103.128
2011 -10.918.220
2012 -2.155.308
2013 10.187
2014 -2.813.004
2015 -1.906.880
2016 256.916
2017 26.682.658
2018 23.958.355
2019 26.497.451
2020 51.738.249
2021 35.142.575
TOTALE 146.596.107

Gli ultimi sei esercizi, chiusi consecutivamente in positivo, hanno garantito un utile complessivo pari a 164,2 milioni di euro, che ha rafforzato il patrimonio netto della società bergamasca, pari a 165,2 milioni di euro al 31 dicembre 2021. Il tutto senza dimenticare, al di là del fatto economico, il tema stadio, con la ristrutturazione del Gewiss Stadium che sarà conclusa nel 2024.

Questo, quindi, è il quadro della società in cui Pagliuca e i suoi soci entreranno nell’azionariato: un club che è riuscito a far crescere i ricavi e restare in utile anche nei due anni del Covid, con un patrimonio netto solido, alta liquidità (57 milioni in cassa al 31 dicembre 2021) e una posizione finanziaria netta in positivo (+35 milioni al 31 dicembre 2021).

Un modello che ora si trova al bivio: proseguire su questa strada (anche se dal punto di vista dei risultati sembra difficile poter fare meglio, pur mancando un vero e proprio successo a livello di trofei) o cercare di fare un ulteriore salto di qualità grazie anche agli investimenti dei nuovi co-proprietari? Daltronde, guardando i conti, lo spazio per far crescere gli investimenti a livello sportivo, quindi, c’è, anche al netto delle disponibilità dei nuovi soci: molto passerà comunque dalla capacità di restare nel giro delle coppe europee, altro fattore che ha spinto in alto il fatturato dell’Atalanta negli ultimi anni.

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Classe 1990, giornalista.

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