Una versione a pagamento di Telegram per rincorrere l’Ipo entro il 2023. E’ questo l’obiettivo dell’app di messaggistica che ha visto i propri utenti crescere fino a quota mezzo miliardo di account attivi ogni giorno. L’obiettivo di Pavel Durov di listare la società alla Borsa di Hong Kong – scrive Il Sole 24 Ore – sembra quindi marciare spedito.
Il tutto alla luce dell’ultimo aggiornamento annunciato proprio dal Ceo in un post ufficiale. Entro fine giugno Telegram lancerà un piano di abbonamento a pagamento per una versione “Premium” dell’applicazione. Una novità che potrebbe dare a Telegram l’ultimo crisma di redditività per una Ipo senza grossi problemi.
Durov ha spiegato che la versione free non subirà cambiamenti rispetto al funzionamento attuale. Ma con Telegram “Premium” ci saranno alcuni miglioramenti che potrebbero rendere l’app un’ottima piattaforma anche per il lavoro. «Dopo averci pensato a lungo, ci siamo resi conto che l’unico modo per offrire qualcosa in più ai nostri utenti più affezionati, senza penalizzare gli utenti standard, è ritoccare i loro limiti verso l’alto con un’opzione a pagamento» ha scritto Durov in un post.
L’uomo ha aggiunto inoltre che la versione Premium è «un piano di abbonamento che consentirà a tutti di acquisire funzionalità, velocità e risorse aggiuntive. L’abbonamento, inoltre, consentirà agli utenti più affezionati di supportare Telegram ed entrare nel dub di chi riceverà per primo gli aggfotnamend della piattaforma».
I cambiamenti più significativi fra le due versioni dovrebbero riguardare alcuni dettagli come la possibilità di caricare in chat file più grandi, l’accesso a una galleria di sticker esclusivi, l’accesso ai gruppi pubblici senza inserzioni pubblicitarie, e infine la possibilità di scrivere una biografia più lunga. Il tutto a un prezzo che potrebbe essere di 4,99 dollari al mese.
Tutte decisioni per una mossa apripista che il CEO sta aspettando da tempo: l’Ipo. La quotazione di Telegram potrebbe arrivare con una valutazione superiore ai 50 miliardi di dollari. Più di quanto vale Twitter, per avere un’idea.