Inter Zanetti Moratti – La possibile “recompra” dell’Inter da parte di Massimo Moratti è destinata ad essere la notizia del giorno. Uno dei segnali interpretabili come un ritorno del vecchio presidente sulla sella nerazzurra è, per molti, la costante presenza di Javier Zanetti accanto al tecnico Roberto Mancini alla Pinetina. Il Tractor, per anni capitano dell’Inter con Moratti alla guida del club, è uno degli uomini chiave della passata gestione e le sue continue visite al centro tecnico della squadra sarebbero il preludio del ritorno alla precedente gestione.
L’attuale patron Erick Thohir ha affidato all’attuale vice-presidente il compito di stare vicino alla squadra, in un momento non facile. L’esperienza e il carisma di quello che per tutti è il capitano fanno il resto.
E lo stesso Mancini mostra di gradire la sua presenza a bordocampo: in un contesto nel quale il magnate indonesiano è più lontano che vicino Milano (tornerà il 19 aprile, per il derby), avere un alto dirigente presente agli allenamenti può tornare molto utile. Zanetti rappresenta però l’ultimo pezzo di quell’Inter che Mancini ha già allenato, assieme a Moratti. E i colloqui Moratti-Zanetti-Mancini sono una realtà: l’ex presidente resta comunque nel board nerazzurro con il suo 29%, oltre che tifoso.
Il nuovo piano di Moratti: imprenditori, fondi, tifosi
Mentre tiene aperto il filo con Mancini, Moratti studia come rientrare da presidente. In molti, sui social, vedono nei prestiti di Thohir un altro segnale del rientro dell’ex patron: l’indonesiano invece mette soldi sottoforma di prestito perché non vuole rimetterci di tasca sua. Così come non vogliono rimetterci i fondi d’investimento, che vivono dei ritorni sui capitali immessi in un’impresa. Moratti dovrà trovarne almeno uno interessato, per compiere l’impresa, ma sarà facile, visto che l’Inter il prossimo anno rischia di ritrovarsi senza coppe.
Così come dovrà trovare la formula giusta per coinvolgere i tifosi. Il modello dell’azionariato popolare in Italia non ha ancora riscosso grande successo. In Serie A in pratica non esiste: al suo posto, convivono il modello dell’azienda forte alle spalle del club (Juventus, Sassuolo) o della maggioranza in mano a un azionista unico (16 squadre su 20 nella massima serie). E l’esposizione debitoria dell’Inter può spaventare il tifoso medio, ma anche esaltarlo per certi versi: Moratti potrebbe fare leva sulla loro voglia di “salvare” il club.