Le indiscrezioni pubblicate oggi dalla Gazzetta dello Sport circa il fatto che Massimo Moratti vorrebbe liquidare Thohir attraverso una forma di azionariato popolare nel prossimo futuro hanno trovato riscontro negli ambienti finanziari.
Nonostante le smentite dell’ex patron nerazzurro, che detiene ancora il 29,5% del club nerazzurro, Inter, Moratti: “Non ricompro. Thohir farà bene”, il piano di cui ha fatto cenno la Gazzetta oggi non solo esiste ma sta circolando da qualche settimana ai vertici di alcuni istituti di credito, studi legali e imprese da sempre legate ai Moratti.
In particolare, secondo quanto Calcioefinanza.it ha potuto verificare, il piano consisterebbe in una struttura ben studiata in cui Moratti non aumenterebbe la sua quota nel club ma resterebbe con il 29,5% che ha oggi come socio di maggioranza relativa, in definitiva quindi il petroliere non dovrebbe spendere nulla per arrivare a ottenere il controllo del club. Mentre il 70% in mano a Thohir (il restante 0,5% è ora frastagliato in quote non rilevanti tra i piccoli soci) verrebbe acquistato da una società ad hoc, in gergo chiamati veicoli, in cui confluiranno le quote dell’azionariato popolare. Popolare in un certo senso visto che il veicolo prevederebbe che ci siano diversi livelli di ingresso nel capitale con diverse classe di azioni a seconda di quanto un tifoso vuole investire.
Chi infatti sarà disposto a investire molto, qui il ruolo di interisti famosi e danarosi come ad esempio Marco Tronchetti Provera o l’ex presidente nerazzurro Pellegrini, avrà il diritto di ottenere una classe di azioni alla quale nei piani degli ideatori sarà connessa non solo una maggiore voce in capitolo nelle decisioni del club ma anche benefit superiori sia in termini di accesso o posizionamento allo stadio (come sky box) sia in termini di prelazioni sui biglietti.
Questi benefit andranno a scalare man mano che si scenda nella dimensione dell’investimento. In questo senso va detto che il piano è stato appena ideato e sono molti i dettagli da sistemare. L’idea di fondo comunque è quella di reperire i fondi necessari a liquidare Thohir e ridare, come recita uno slogan ormai abusato ma sempre di grande richiamo, l’Inter agli interisti.
Mancini figura chiave nel progetto
Il piano ha inoltre un coté importante sul versante tecnico dove l’attuale allenatore Roberto Mancini viene considerato come una figura pivotale nel progetto.
Il coach di Jesi, per il suo feeling con Moratti e con l’ambiente nerazzurro oltre che per la sua esperienza nel calcio inglese dove i tecnici hanno anche responsabilità manageriale, viene visto quale l’uomo ideale del nuovo corso.
All’attuale allenatore interista verrebbero demandate le responsabilità di carattere tecnico che dovranno concretizzarsi nel riportare nel medio periodo ai vertici del calcio mondiale il club nerazzurro.
Progetto interessante ma con un mucchio di problemi:
1) il costo dell’operazione: Thohir non vende sotto il costo dell’investimento (75 mln), quindi sarà un’operazione sui 100-150 mln di euro, e per un azionariato diffuso sono una valanga di soldi.
2) I debiti: sono 410 secondo una analisi che avete pubblicato anche voi: 70-80 sono nei confronti del proprietario, quindi è un debito particolare che può essere ridiscusso in qualsiasi momento, se l’indonesiano se ne va quelli diventano un normale debito nei confronti di un terzo. Questi 410 mln se li dovrebbero accollare gli stessi tizi che fanno l’investimento da 100-150 mln, inclusi sia i grandi che i piccoli. Secondo voi, un imprenditore come pellegrini ( magari tronchetti provera è più temerario) va ad accollarsi un impegno simile?
3) Il numero dei partecipanti: l’inter fa fatica a trovare 30 mila abbonati e per un’operazione con quei costi, a menochè non vuoi chiedere a quegli imprenditori temerari di buttare mezzo milione a testa, servono almeno almeno 100 mila persone…il barcellona ne ha 172 mila, l’inter riuscirebbe ad averne il 75%, soprattutto allo stato attuale dei fatti e dei conti?
4) Mancano le leggi: non c’è una legge che regoli questo tipo di società, mentre in tutti gli altri paesi dove è presente l’azionariato popolare o diffuso esiste. I casi in italia ci sono: 10 per cento del sant’arcangelo e il 2 per cento dell’arezzo sono in mano ad associazioni di tifosi…molto lontani dal 70 per cento dell’inter, si rischiano truffe e tracolli finanziari di semplici cittadini senza regolamentazioni.
Secondo questi progetti, per ora, in italia sono quasi impossibili, soprattutto per il punto 4 in generale, perchè senza una legge un normale cittadino, quando iniziano a circolare montagne di milioni, rischia troppo.