Julio Cesar intervista
(Foto: Andrea Staccioli / Insidefoto)

Fornire le conoscenze e le abilità necessarie per una brillante carriera da agente sportivo. E’ questo l’obiettivo del UEFA Player Agent Programme, un corso executive della durata di tre mesi progettato specificamente dalla Federcalcio europea per agenti attuali e futuri.

Il programma – sottolinea la UEFA nella presentazione del corso – include master class, interviste, casi di studio e simulazioni per aiutare gli attuali e i futuri procuratori sportivi ad acquisire le abilità e le competenze necessarie per portare avanti la loro carriera. Esperti UEFA e leader del settore condivideranno le loro conoscenze in una serie di presentazioni e workshop interattivi.

Non solo. Agenti professionisti ed ex giocatori di alto livello condivideranno storie personali su come hanno gestito con successo le loro carriere ai vertici del calcio internazionale. Chiunque abbia un’ottima conoscenza della lingua inglese e avesse maturato almeno due anni di esperienza lavorativa nel settore calcistico come intermediario, scout o giocatore professionista potrà candidarsi per prendere parte al corso, che accoglierà 35 persone in totale.

Le candidature per partecipare saranno accolte fino all’8 agosto 2022, con il corso che prenderà il via il 26 settembre 2022. Il corso si terrà ogni due anni, avrà un costo di 7.900 euro e prevede – per la sua prima edizione – due incontri presso la sede UEFA e uno presso un club europeo, oltre a due incontri che si terranno direttamente online (il 4 ottobre e il 2 novembre).

«Lavorare come agente calcistico richiede diverse competenze: un’ottima conoscenza tecnica del gioco, relazioni forti e ovviamente capacità di negoziazione solide ed elevata intelligenza emotiva per affrontare club, giocatori e familiari. Per di più, conoscenze in ambito legale e forti capacità di gestione sono obbligatorie per proteggere gli interessi degli assistiti e fare sì che raggiungano i loro obiettivi sportivi. I partecipanti al UEFA Player Agent Programme riceveranno tutto questo ed è un grande onore per me partecipare allo sviluppo di questo nuovo corso», ha commentato l’agente internazionale Raquel Rosa.

L’agente Raquel Rosa

Tra i testimonial del nuovo corso è presente anche l’ex portiere dell’Inter Julio Cesar, che oggi lavora come agente ed è amministratore delegato della società JC12. Nell’ambito del lancio Player Agent Programme, Calcio e Finanza ha intervistato l’ex estremo difensore, che ha parlato della sua nuova attività e della sua esperienza come calciatore in nerazzurro.

La UEFA ha lanciato questo nuovo “Player Agent Programme”. Pensa che un corso specifico come questo sia essenziale al giorno d’oggi per diventare un agente sportivo?

Ad essere onesti, avere la giusta esperienza e conoscere le persone giuste nel settore è altrettanto importante. Ma devo dire che quando ho iniziato questo lavoro, ho capito che è molto più complicato di quanto pensassi inizialmente. Ci sono così tante cose da fare e da sapere ogni giorno per i propri giocatori. Questo non è qualcosa che si può indovinare, e non c’è un libro che può insegnarti tutte queste cose. Pertanto, credo veramente che qualcuno che voglia offrire un buon lavoro come agente debba prendersi il tempo necessario per ottenere le giuste conoscenze, la giusta istruzione e costruirsi una rete.

Lei è stato un calciatore e ora lavora come agente. Come ci si sente a stare dall’altra parte? Essere stato un giocatore potrebbe aiutarla in questa nuova esperienza?

Durante la mia carriera da giocatore ho avuto esperienze positive e negative con gli agenti ed è per questo che ho deciso di intraprendere questo nuovo lavoro. Capisco cosa serve per essere un grande professionista e anche quali sono le sfide e le difficoltà del lavoro. A questo proposito credo chiaramente che essere stato un grande giocatore sia un vantaggio. Detto questo, non basta avere l’esperienza del campo per fare questo lavoro nel migliore dei modi. Devi sviluppare la tua rete, devi acquisire nuove competenze finanziarie, di negoziazione o gestione aziendale. Essere un buon agente è un lavoro molto complesso con molte sfide e molte responsabilità. Alla fine, stiamo lavorando degli esseri umani. Non è solo business, c’è una persona dietro. E ci vuole anche tempo per essere rispettati dai club, dai direttori sportivi o dagli scout dei diversi club. Devono capire che prendi sul serio il tuo lavoro e che fornirai un buon servizio a loro e ai tuoi giocatori.

Lei è l’amministratore delegato di JC12. Al momento sta lavorando soprattutto con calciatori brasiliani. Pensa di espandere l’attività della sua agenzia in Europa, magari assistendo qualche top player?

Ovviamente abbiamo molti contatti in Brasile e questo è un Paese con molti giocatori di talento, quindi è parte del nostro DNA portare buoni giocatori in Europa. Detto questo, operiamo anche in molti altri mercati in Europa, come Portogallo, Spagna o Italia. Il nostro obiettivo non è solo portare i giocatori brasiliani in Europa, ma anche gestire buoni giocatori che sono già in questo continente e vogliono diventare top player.

Parlando di Inter, Samir Handanovic è stato criticato in alcune occasioni la scorsa stagione per degli errori, e ora il club ha acquistato un nuovo portiere di alto livello: Onana. Qual è la sua opinione su un dualismo di questo tipo? Lei ha vissuto qualcosa di simile con Francesco Toldo?

Preferisco non commentare il lavoro di altri portieri perché non sappiamo cosa succede in allenamento, o nella loro vita, o nella loro testa. Ed inoltre è sempre molto difficile confrontare tempi diversi. Ho un grande rispetto per tutti loro.

Lei è stato uno dei protagonisti del Triplete nel 2009/10. Un ricordo di quella stagione incredibile con l’Inter?

È stata davvero una stagione fantastica. Avevamo una squadra meravigliosa. Quello che ricordo è che in campo eravamo tutti veri combattenti… non abbiamo mai regalato niente ai nostri avversari. Per noi è stata una stagione meravigliosa. Non la dimenticherò mai.

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