Giovanni Carnevali (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

«Il Sassuolo oggi è un modello di calcio sostenibile, qualcuno ci considera un’anomalia del sistema. Difficilmente adattabile a una big? Non ne sono convinto. È chiaro che a Sassuolo ci sono le condizioni ideali per far giocare, sbagliare anche e maturare i giovani, ma allo sviluppo del talento noi abbiniamo da sempre l’obbligo della competitività». Lo ha detto l’amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali, interviststo dal Corriere dello Sport.

«Il mercato termina il primo settembre, quando si saranno disputate quattro giornate: è una scadenza che contesto perché secondo me la sessione dovrebbe concludersi alla vigilia della partenza del campionato… Raspadori è il nostro giovane vecchio, un ragazzo estremamente maturo, tra i migliori prodotti del settore giovanile curato da Francesco Palmieri».

«La situazione in Lega Serie A? È giunto il momento di svoltare, troppe opportunità non sono state sfruttate, troppi e troppo gravi gli errori commessi. Il nuovo presidente Casini ha idee giuste, ma il punto di partenza deve essere un nuovo atteggiamento dell’assemblea, la fine dei piccoli potentati. L’ideale sarebbe un management operativo, libero di prendere decisioni in autonomia».

«Sono rimasto sorpreso e tradito dai superleghisti. Non credo alla Superlega nei modi in cui l’avevano progettata. Per prima cosa deve esserci un sistema meritocratico, tutti devono avere la possibilità di partecipare. Secondo me nel lungo periodo, magari sotto il cappello dell’Uefa e tenendo presente il merito sportivo, si arriverà a qualcosa di simile. Il calcio europeo sta fronteggiando una grande crisi economica e teniamo conto che la Premier è diventata una sorta di Nba del calcio. In futuro bisognerà cambiare per avere un presente», ha concluso Carnevali.

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