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(Photo by Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

«Tengo a ribadire la mia buona fede rispetto alla contestazioni mosse dall’Agenzia delle entrate. Ricordo che l’importo richiesto era stato già bonificato prima della pubblicazione della sentenza della Cassazione». Affida ad un post Instagram la sua versione dei fatti Ciro Immobile, condannato dalla quinta sezione civile della Cassazione

I fatti. Nell’estate 2012, in occasione del trasferimento dalla Juventus al Genoa, Immobile non ha versato l’Irpef relativo al compenso di Alessandro Moggi, che ufficialmente avrebbe agito come consulente del Genoa. In realtà, secondo la finanza, agisce con un mandato diretto, ovvero come il manager del calciatore. Per questo motivo, compenso e relative tasse per il procuratore dovrebbero essere a carico dello stesso giocatore. Questo non avviene. Infatti, Immobile non versa l’Irpef relativa alla prestazione dell’agente.

Come sottolinea La Repubblica, si tratta di un fatto che ormai è stato accertato in tre gradi di giudizio. Infatti, l’attaccante ha perso tutti i ricorsi: prima di fronte alla Commissione tributaria di Napoli, poi alla Commissione tributaria regionale della Campania. Prima di giocarsi l’ultima carta davanti alla Cassazione, Immobile paga l’Irpef che gli contesta il fisco. Il giocatore esegue il bonifico all’Agenzia delle entrate prima di rivolgersi ai giudici che rappresentano l’ultimo grado di giudizio.

Ovviamente Immobile punta a vincere in Cassazione e quindi a riprendersi i soldi che ha versato all’Agenzia delle entrate il 24 febbraio del 2022. Ma i giudici della Cassazione hanno dato torto a Immobile, a cui, perciò, non verranno restituiti i soldi che ha bonificato il 24 febbraio al fisco.

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