«Per la maggior parte dei monzesi, la squadra della città, che si è sempre alternata fra serie B e C, è la seconda in ordine di tifo. I miei ex concittadini simpatizzano per il Milan, l’Inter o la Juve e solo in seconda istanza per il Monza. Per giunta bisogna considerare che Milano e San Siro distano solo 15 km: in tempi di spending review il tifoso sceglie a quale partita assistere». Così Adriano Galliani cerca di spiegare, in un’intervista al Corriere della Sera, la poca presenza dei tifosi all’U-Power Stadium, che non ha fatto registrare il tutto esaurito nemmeno domenica quando ha ospitato il primo vero big match della stagione con la vittoria della squadra di Palladino sulla Juventus, il primo storico successo in Serie A del Monza.
Contro i bianconeri gli spettatori sono stati 12.878, non pochi rispetto alla capienza massima di 14.999 spettatori, ma non il tutto esaurito auspicato dal club. Colpa forse dei prezzi: «Erano esauriti i biglietti delle due curve e del settore dei distinti. Il settore che non si è riempito è stata la tribuna, dove un tagliando adulti costava 200 euro e under 18, 100. La verità è che la gente è più povera e con il caro-bollette e l’inflazione in aumento le persone fanno fatica a spendere. In più mettiamoci che la Juventus non sta attraversando un momento brillante e l’afflusso contenuto è presto spiegato».
«Noi dobbiamo proprio creare un bacino di tifosi considerando che quando siamo arrivati qui 4 anni fa, il club contava su 300 abbonati. Ora ne abbiamo 6.000 che per un impianto come il nostro è una cifra congrua – spiega Galliani -. Abbiamo l’obbligo di fidelizzare le nuove generazioni. Io resto convinto che i risultati sportivi procurano tifosi: la Juventus è la squadra con maggior seguito in Italia perché vanta il maggior numero di scudetti; il Milan è il club italiano più conosciuto nel mondo per le Champions che ha conquistato. Il Monza, che non ha una storia di successi, ha poco seguito ma se faremo bene i tifosi arriveranno».