Calenda stadio della Lazio
(Foto: David Rogers/Getty Images)

Il leader di Azione Carlo Calenda è tornato a parlare dello stadio Flaminio a Roma, e della possibilità che l’impianto diventi la futura casa della Lazio. «Avevo fatto una proposta sulla riqualificazione dello stadio Flaminio, da candidato a Roma, non è accaduto assolutamente niente. C’è un progetto del Coni con Cassa Depositi e Prestiti che sta lì da un sacco di tempo e va portato avanti», ha commentato.

«Purtroppo, e lo dico avendo un figlio e un fratello laziali, questo edificio non si presta a fare lo stadio della Lazio, bisogna trovare un’altra soluzione e fare qui un grande centro per altri sport che il Coni stava progettando da tempo», ha aggiunto ancora il leader di Azione nel corso dell’evento per le elezioni del 25 settembre, a piazzale Manila.

«Un anno di PD al governo di Roma. Sono tornato allo Stadio Flaminio. L’abbandono, il degrado e l’immondizia la fanno ancora da padrona. Intanto ogni progetto di riqualificazione è completamente fermo. Vi sembra normale?», ha scritto poi in un tweet Calenda pubblicando un video dal Flaminio.

Una visione contrastante rispetto a quella del presidente biancoceleste Claudio Lotito, che ha fatto sapere di essersi mosso «ufficialmente, come sapete. Fare uno stadio di proprietà non è come andare a prendere un caffè al bar. Ci sono procedure, condizioni mutevoli, variabili a non finire che possono incidere sul risultato finale. Per questo parlerò a tempo debito e non ha senso fare annunci di qualsiasi tipo su questo tema. Di certo la Lazio vuole un suo stadio di proprietà».

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