Football Affairs i fondi Usa e la Serie A – I tre club più grandi del calcio italiano, per storia, trofei e bacino complessivo di tifosi, hanno qualcosa in comune. Sì perché nella stagione 2021/22 Juve, Inter e Milan hanno chiuso il bilancio in rosso, con una perdita che in totale ha raggiunto i 460 milioni di euro.
Una perdita importante, tra le più rilevanti mai registrate nella storia del calcio italiano. Eppure quella che finanziariamente parrebbe una situazione critica può invece rivelarsi un fattore positivo per il massimo campionato italiano.
La riprova di questo concetto sta nel progressivo interesse di fondi nordamericani che, in particolare modo nelle ultime stagioni, non hanno lesinato interesse per i club di Serie A, ma non solo.
Certamente, l’operazione Milan, che ha portato il club rossonero nelle mani dell’ex manager Goldman Sachs, Gerald “Gerry” Cardinale, è una dimostrazione lampante di come le società del nostro campionato possano interessare oltreoceano.
Anche se con connotati molto diversi – considerato l’approccio da imprenditore e non da private equity – anche la Roma in mano alla famiglia Friedkin dimostra come il caro vecchio campionato italiano possa solleticare ancora degli appetiti.
Football Affairs i fondi Usa e la Serie A – la partita dei diritti tv
Ma se si vuole avere idea di quanto sia effettivamente appealing per il business a stelle e strisce la nostra Serie A bisogna guardare oltre ai singoli club. E’ la partita sui diritti televisivi, per il ciclo 2024/2027, ad attirare l’attenzione vera dei fondi statunitensi.
Pur essendo una competizione ancora tutta da giocare sono diversi i fondi che hanno manifestato il proprio interesse per entrare nel capitale di una possibile media company e accaparrarsi un business che, a detta di molti, viaggia al di sotto delle reali potenzialità: quello del calcio italiano che sa ancora piacere agli americani.
Il Football Affairs di questa settimana, come sempre a cura del direttore Luciano Mondellini, passa in rassegna i conti dei tre grandi club e riflette su come la partita dei diritti tv possa essere determinante per il prestigio – nonché l’economia complessiva – del campionato italiano.