Sulla base dell’articolo quinto della Costituzione, il Brasile ha negato l’estradizione dell’ex attaccante del Milan Robinho, condannato in Italia in via definitiva a nove anni di carcere, per violenza sessuale di gruppo. Tuttavia, grazie alla cooperazione giuridica, l’Italia può chiedere il trasferimento dell’esecuzione della pena in Brasile.
Lo riporta l’ANSA, sottolineando che l’articolo quinto della Costituzione prevede che nessun cittadino brasiliano sia estradato, salvo eccezioni che qui non ricorrono. La richiesta di estradizione era stata presentata a inizio ottobre.
Robinho ha fatto parlare di sé anche di recente in relazione alla lotta per la presidenza del Brasile tra Lula, leader della sinistra, e Jair Bolsonaro. Mentre il presidente uscente ha accettato l’esito delle urne, che ha sancito il successo di Lula, non si può dire lo stesso dei suoi sostenitori. In tutto il Paese i “bolsonaristi” stanno protestando con blocchi stradali e manifestazioni per opporsi alla formazione del nuovo governo. E tra loro c’è proprio Robinho.
L’ex calciatore del Milan aveva invitato a più riprese la gente a votare per Bolsonaro. Una mossa simile a quella di Neymar, che alla base avrebbe motivi personali e riconducibili – nel caso di Robinho – proprio al rischio di estradizione per la condanna in Italia.