Capo ultrà ucciso fischi

Dopo lo svuotamento “forzato” della Curva Nord dell’Inter sabato scorso, dopo l’arrivo fra i tifosi della notizia dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà, la Questura ha deciso che il 9 novembre, in occasione di Inter Bologna, in curva non potranno essere portati striscioni, bandiere, megafoni e tamburi.

La decisione è stata presa dal Gruppo operativo di sicurezza della Questura, anche su indicazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Un provvedimento senza precedenti, arrivato dopo un weekend di tensione a seguito dell’omicidio di Boiocchi, ucciso sotto casa sabato sera un’ora prima di Inter-Sampdoria.

Alla fine del primo tempo della partita gli ultras hanno costretto diversi tifosi ad abbandonare il secondo anello verde “in segno di lutto” per la morte del loro capo. Per questo il Gruppo operativo di sicurezza della Questura, anche su indicazione del Comitato sull’ordine e la sicurezza pubblica, ha imposto che per la gara contro il Bologna non potranno entrare né essere esposti striscioni, bandiere, megafoni e tamburi nel settore. Il divieto ha un carattere di unicità per la modalità scelta, in passato era stato deciso di “chiudere” la curva in risposta a gesti razzisti nei confronti dei calciatori.

Nell’ambito delle indagini, la Digos ha denunciato in procura per violenza privata quattro ultras, per i quali il questore di Milano ha emesso quattro Daspo. La loro posizione confluirà quasi certamente nel fascicolo a modello 45, quindi al momento senza ipotesi di reato, che il Pm di Milano, Marcello Viola ha aperto in queste ore sulla Curva Nord interista.

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