«Il Meazza non si tocca e non lo dice Sgarbi ma è la legge». Così il neo Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha parlato all’ANSA dell’abbattimento dello stadio che ospita le gare interne di Milan e Inter, ma che nei piani dei due club milanesi dovrebbe essere abbattuto per fare spazio a un nuovo impianto di gioco da 60-65mila posti che sia pronto entro il 2027.
San Siro «è del ‘26, sarebbe come buttare giù l’Eur a Roma quindi è naturalmente vincolato perché il vincolo sarebbe automatico oltre i 70 anni, non si può buttare giù. Se serve un vincolo lo metterò. Ma non occorre un vincolo per salvarlo, se mai servirebbe una decisione del ministero per dire abbattetelo e non arriverà mai. Dal ministero non arriverà mai», ha detto Sgarbi.
«Capisco Sala ma io metto la Pietà Rondanini e la sua collocazione come l’emblema di un errore che non si ripeterà. Qui questo errore non si farà. Nessuna soprintendenza dirà che si può buttare giù», ha concluso Sgarbi criticando il nuovo allestimento dell’opera di Michelangelo al Castello Sforzesco.
Contro la realizzazione del nuovo stadio di Milano è arrivata anche la presa di posizione di otto consiglieri di maggioranza di centrosinistra al Comune di Milano. Gli otto consiglieri sono Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini di Europa Verde, Simonetta D’Amico, Alessandro Giungi, Rosario Pantealeo del Pd, Marco Fumagalli ed Enrico Fedrighini della lista Beppe Sala. Insieme a loro anche Enrico Marcora di Fratelli d’Italia.
«Siamo in otto e il segnale politico è che otto consiglieri di maggioranza non sono d’accordo su questo progetto, nove con Marcora che è di centrodestra», ha spiegato Carlo Monguzzi capogruppo di Europa Verde nel corso di una conferenza stampa nella sede del Comune di Milano.