Abodi rateizzazione tasse club
(Foto: Emilio Andreoli/Getty Images)

Il ministro dello Sport Andrea Abodi è intervenuto questa mattina in occasione dello “Sport Industry Talk”, evento organizzato da RCS Academy e Corriere della Sera. Il ministro ha toccato diversi argomenti legati al calcio, dalla Superlega alla rateizzazione delle tasse per i club, parlando del Qatar e della questione delle “curve”.

Partendo dal rilancio della Superlega, Abodi ha spiegato: «La Superlega trova spazio quando i campionati nazionali soffrono. Più saremo in grado di dare risposte più ci sarà una diversa continuità. Il calcio come altri sport deve abituarsi. Non credo ai mondi paralleli. Bisogna programmare tutto affinché arriveremo a pensare all’industria calcistica come ad altri ambiti».

Delicato il tema della rateizzazione dei pagamenti Irpef nel calcio: «Ho espresso un parere positivo, ma sarà il ministero dell’Economia che tirerà le somme, penso possano esserci valutazioni positive.  Servirà un’assunzione di responsabilità il 16 dicembre, ma si devono prendere anche provvedimenti federali, chi chiede la rateizzazione non tenga i soldi per fare acquisti. Valutiamo la migliore soluzione, il saldo attivo della campagna dei trasferimenti sia a zero. Prima si vende e poi si compra per chi chiede la rateizzazione a cinque anni. La competizione deve essere equa».

Poi, una riflessione sulle “curve”, dopo quanto accaduto in Inter-Sampdoria: «Due fattori fondamentali: dobbiamo dare un’accelerazione significativa all’ammodernamento delle strutture, che devono essere più sicure e accoglienti, anche energeticamente più autosufficienti. Il sistema sportivo è rimasto indietro, l’impatto culturale di questa inefficienza è doppio. A volte si ha la sensazione che negli stadi possa succedere qualsiasi cosa. Mi auguro di no. In Europa ci sono stati interventi importanti sul tema. Il ministro dell’Interno mi ha dato ampia disponibilità a stabilire rapporti sistematici su questo versante. Sono convinto che le società continueranno a collaborare. Mi auguro che le decisioni siano tempestive e opportune. Chi sbaglia esce perché abbiamo bisogno di creare spazi per famiglie e bambini».

In chiusura, una battuta sui Mondiali che si terranno a breve in Qatar: «Tristezza infinita. Non vado, perché non c’è ragione, la ragione era seguire la maglia azzurra dovunque sarà possibile, stando un po’ di lato. Vedremo da qui quello che ci siamo persi ancora una volta, sono tre edizioni che non andiamo neanche alle Olimpiadi. Il rammarico di essere passati dalla gioia degli Europei alla delusione di due rigori sbagliati per non andare ai Mondiali. Lo sport regala un’altra possibilità. Che ci sia di esperienza, per analizzare le motivazioni della sconfitta e siamo concentrati sulla prossima edizione».

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