James Pallotta
James Pallotta

Un futuro senza borsa, ma con la possibilità concreta di avere uno stadio di proprietà tutto nuovo da oltre 50 mila spettatori. È questo lo scenario probabile che si profila all’orizzonte per la nuova Roma di James Pallotta, il businessman americano eletto presidente del club lo scorso 27 agosto, che sta cercando di far entrare stabilmente il club giallorosso nel gotha del calcio europeo.

L’idea di fondo è quella di creare un progetto che possa crescere stabilmente nel tempo e che possa essere il più possibile indipendente da quelli che sono i risultati contingenti della squadra. Per questo, oltre alla gestione sportiva, nella nuova Roma si darà grande importanza alle politiche commerciali, che peraltro potranno sfruttare il know-how in termini di marketing arrivato in dote con la nuova proprietà americana. Queste strategie punteranno, in particolare, a sfruttare al meglio non solo l’appeal della Città Eterna nel mondo, ma anche il fatto che l’As Roma è tra le poche società calcistiche in Italia che può contare su un bacino di oltre 1 milione di tifosi nella città di riferimento.

Il primo passo della nuova politica potrebbe essere il delisting da Piazza Affari. Il club al momento è controllato al 78% dalla Neep Roma Holding, un veicolo a sua volta posseduto per il 60% dai soci americani guidati da James Pallotta e per il restante 40% da Unicredit. Ciò significa che il flottante sul mercato è abbastanza limitato e, siccome il titolo non registra grandi volumi nelle contrattazioni, è altamente probabile che l’azione della squadra giallorossa possa presto lasciare il listino milanese.

Prima però di arrivare al delisting del club i grandi soci della As Roma dovranno portare a termine altre incombenze. La prima in ordine di tempo è l’aumento di capitale da 50 milioni che dovrebbe partire nelle prossime settimane. Una pratica che non dovrebbe comportare grandi difficoltà, visto che i soldi (20 milioni da Unicredit e 30 dai soci americani) sono già stati versati nelle casse societarie, ma il perfezionamento è stato fatto slittare dalla data prevista di fine luglio per non sovrapporsi con la campagna acquisti.

Più incerto, invece, appare l’esito dell ricerca che sta conducendo Unicredit per trovare un terzo socio forte. Paolo Fiorentino, chief operating officer dell’istituto di credito milanese e uomo di riferimento della banca nella società giallorossa, vorrebbe infatti ridurre la quota di Unicredit nell’As Roma di circa il 20 o il 30% e per questo sta cercando un azionista disposto a subentrare. L’ideale sarebbe un socio dell’Estremo Oriente o arabo che potesse aprire i mercati asiatici alla penetrazione commerciale del brand giallorosso. Oppure che potesse garantire alla Roma la costruzione di un nuovo stadio.

Un eventuale impianto di proprietà, d’altronde, potrebbe rappresentare il vero volano per far lievitare i ricavi. Pertanto non sorprende che il club giallorosso abbia già incaricato l’advisor Cushman&Wakefield (società peraltro controllata dalla Exor della famiglia Agnelli) di valutare i progetti per uno stadio che potrebbe arrivare a contenere oltre 50 mila spettatori.

La Roma preferirebbe location situate in zone ben connesse con le principali arterie della città, in modo che si possa agevolare afflusso e deflusso dei tifosi. Al momento le ipotesi si contano sulle dita di una mano. Tuttavia, secondo indiscrezioni, recentemente se ne sarebbe aggiunta un’altra. L’Eni, infatti, avrebbe proposto alla Roma di utilizzare l’area dell’ex gasometro a Testaccio. L’offerta, che se realizzata avrebbe la suggestione di riportare a giocare la squadra capitolina nel quartiere che le ha dato i natali, avrebbe però poche chance di concretizzarsi anche perché la bonifica dell’area comporterebbe non pochi problemi.

In questo quadro il merchandising e le attività commerciali collaterali rivestiranno un peso sempre maggiore nell’economia del club. In particolare, la Roma punta molto sui bambini per far crescere un progetto volto a rafforzare ulteriormente il radicamento che il club ha con la città e in questo senso non va sottovalutato che il club può già vantare un accordo con la Disney che comporterà nelle vacanze di Natale il viaggio della squadra a Disneyworld a Orlando (Florida).

Sempre in tema di merchandising i dirigenti del club capitolino cercheranno inoltre di combattere il mercato del falso (che rappresenta uno svantaggio competitivo dei club italiano rispetto ai concorrenti europei) grazie a un’opera di sensibilizzazione che punterà a far capire ai tifosi che acquistare una maglia originale del club, per quanto sia molto più costosa rispetto ai falsi venduti al di fuori dell’Olimpico, rappresenta un modo concreto per sostenere la propria squadra, almeno quanto un coro sulle gradinate dello stadio.

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