Manchester City. Tempo di bilanci di fine stagione a Manchester, dove sulla sponda City la proprietà qatariota che fa capo allo sceicco Mansour sta procedendo alla consueta ricognizione di fine stagione e sembra destinata a dar fiducia a tutto lo staff: dall’amministratore delegato Ferran Soriano al direttore sportivo Txiki Beguiristain fino al tecnico Manuel Pellegrini. Ma per loro la stagione 2015-2016 sarà decisiva.
Dal Manchester City trapela infatti una fiducia condizionata rispetto alla gestione degli ultimi anni (il clan spagnolo è arrivato a settembre 2013) con una sostanziale rivalutazione del lavoro svolto dal board precedente di cui facevano parte principalmente Roberto Mancini in qualità di allenatore e l’inglese Brian Marwood (proprio l’ex ala dell’Arsena) con il ruolo di direttore generale.
I giudizi di fine stagione sono una pratica di routine del presidente di Abu Dhabi City, Khaldoon al-Mubarak, ma lo stile seguito da sempre dalla proprietà è quello di ponderare le valutazioni senza farsi prendere dalla delusione di una stagione chiusa senza titoli dopo il double Coppa di Lega – Premier League del 2014.
L’analisi ha puntato soprattutto sugli acquisti più recenti (quelli da settembre 2012 in poi) per migliorare. L’impressione è che rispetto al passato il City proverà ad arrivare ad obiettivi importanti (Pogba il primo della lista, De Bruyne del Wolfsburg subito dietro) provando a limitare gli investimenti cash puntando invece a inserire negli affari grosse contropartite tecniche.

Dall’estate del 2013 Begiristain e Soriano hanno speso circa 141 milioni di sterline: gli acquisti in ordine di onerosità sono Eliaquim Mangala, Jesús Navas, Álvaro Negredo, Stevan Jovetic, Fernando e Fernandinho. L’ultimo investimento in ordine di tempo sono i 28 milioni messi sul piatto per Wilfred Bony dallo Swansea.
Ma nessuno di questi ha giustificato fino in fondo un impegno così oneroso.
Brian Marwood (arrivato al City dopo un’esperienza alla Nike) aveva ingaggiato gente che oggi rappresenta ancora l’asse portante della squadra. In particolare: Yaya Touré per 24 milioni di sterline nel 2010, David Silva per 26 milioni di sterline nella stessa estate, Sergio Agüero per 38 milioni di sterline nel 2011.
I tre, insieme al portiere Joe Hart, sono nella top five dei giocatori più utilizzati di questa stagione, a conferma del loro valore.
Ciò che salverà Soriano e Beguiristain non sarà quindi il mercato. Come detto la valutazione complessiva della proprietà è più ampia e va dagli aspetti finanziari agli investimenti nel settore giovanile: la formazione Primavera detta “EDS – Elite development system del City è stata finalista in campionato venendo battuta dai campioni d’Europa giovanili del Chelsea ed ha vinto l’International Premier Cup battendo in finale il Porto (un torneo in cui le migliori 8 Academy inglesi incontrano 8 tra le migliori Academy europee in un torneo a gironi e playoff).
Lo sceicco Mansour quindi finirà per pesare sia il fatto di aver investito la cifra monstre di 1,152 miliardi di sterline nel City da settembre 2008 ad oggi (il fatturato è più che quintuplicato) ma non dimenticherà i successi di Soriano che dal momento del suo arrivo ha realizzato il nuovo centro sportivo adiacente all’Etihad stadium, dimezzando le perdite nel primo anno e portando il club al pareggio nel 2013-2014.
Ma come successo qualche anno fa al Chelsea, e come già evidenziato, il tempo delle spese folli per il City sembra terminato. La prossima rosa verrà creata con un certo equilibrio ed un occhio di riguardo alla spesa (alcuni giocatori come l’attaccante Josè Pozo o l’esterno Angelino sono pronti ad essere aggregati alla rosa principale) puntando a acquisti importanti mediati da contropartite tecniche importanti.

Pellegrini dorme quindi sonni tranquilli, ma l’ombra lunga di Mancini non è più all’orizzonte, e la prossima stagione sarà quella decisiva, anche perché la scadenza di contratto di Guardiola al Bayern alla fine della prossima stagione potrebbe rappresentare il vero momento di cambiamento, a partire tuttavia non da un ulteriore massiccio ricorso al mercato ma dalla valorizzazione dei giovani del vivaio, che è il vero sogno di Mansour al punto che lo sceicco ha imposto di scriverlo a caratteri cubitali sui muri del nuovo centro di allenamento: “Stiamo costruendo una struttura per il futuro, non solo un team di all-stars”. E la storia recente delle sue gestioni impone di credere che la frase non rimarrà solo scritta su un muro.