Il Barcellona non ricorrerà alla cessione del naming right per finanziare la costruzione del nuovo stadio o l’eventuale ristrutturazione del Campo Nou. Lo ha sottolineato il vicepresidente del club con delega agli affari economici, Xavier Faus. «Vi è una maggioranza dei soci, compreso il presidente Rosell», ha affermato Faus, «che non ha intenzione di vendere il nome dello stadio».
Pertanto, ha messo in chiaro il vicepresidente del Barca, facendo implicito riferimento alla decisione del Real Madrid di finanziare il nuovo Bernabeu attraverso la cessione del nome (sono in lizza Microsoft, Audi ed Emirates) e l’emissione di un prestito obbligazionario, «non si chiederà nulla ai soci per la ristrutturazione e crediamo di poter contare sulle nostre disponibilità».
Faus si è anche soffermato sul contratto che lega il club al fuoriclasse argentino Leo Messi, sottolineando che al momento non ci sono motivi per pensare ad un aumento dell’ingaggio del numero dieci. «Non credo, non vedo alcuna ragione per migliorare un contratto già migliorato appena sei mesi fa. In tutti i casi, si tratta di un aspetto che riguarda il lato sportivo».
Il vicepresidente del Barcellona ha anche smentito che vi siano stati pagamenti in nero di 40 milioni per l’acquisto di Neymar: «La clausola della riservatezza cui ha accennato il presidente Rosell è abituale – ha affermato -. Anche Guardiola ne aveva una. La denuncia nei suoi confronti è estemporanea. Non abbiamo nulla da nascondere al Fisco e i 40 milioni di cui si parla sono stati pagati per il trasferimento e suppongo che siano tassati in Brasile».