Niente stadio Casaleno: per la stagione del ritorno in Serie A il Frosinone giocherà ancora al vecchio stadio “Matusa”, meno di 10mila posti, in attesa che il “nuovo Casaleno” – i cui lavori sono partiti subito dopo la promozione – sia pronto. Il sindaco di Frosinone aveva parlato di 4-5 mesi di tempo per completare il nuovo impianto. Il presidente del club, Maurizio Stirpe, sembra invece dilatare i tempi. Per lo meno per quanto riguarda l’utilizzo del nuovo stadio: “L’anno prossimo – ha detto all’agenzia DIRE – il Frosinone giocherà nello stadio dove ha concluso l’ultimo campionato. Glielo consente una legge dello Stato, la 210 del 2005″.
Ha ragione: quella legge, che fu varata ad hoc per consentire al Treviso la partecipazione alla Serie A, permette una deroga ai 20mila posti minimi richiesti dal regolamento per giocare nel massimo campionato. Grazie a quella norma, una squadra che non abbia mai giocato in Serie A negli ultimi 20 anni, e che abbia sede in una città con meno di 100mila abitanti, per una stagione può comunque utilizzare uno stadio che abbia almeno 10mila posti. Il vecchio Matusa ne ha circa 500 di meno. Non ci vorrà molto per adeguarlo agli standard necessari: “Sono in corso dei lavori di ammodernamento richiesti dalla Lega di serie A – ha aggiunto il presidente Stirpe -. Penso che per un anno potremo disputare la serie A lì, poi ci sarà il nuovo stadio e credo ci siano i tempi per poterlo costruire anche perché la struttura è già esistente e non bisognerebbe partire da zero”.
Lo stadio Casaleno esiste infatti da decenni, ma fino ad oggi è rimasto solo una sorta di ecomostro nel deserto. L’amministrazione ha promesso di ammodernarlo, ma ora i tempi sembrano allungarsi. Su Facebook alcuni cittadini di Frosinone hanno creato una pagina ad hoc per monitorare i lavori sul nuovo impianto: la scorsa settimana scrivevano che “siamo arrivati a giugno e oltre qualche scavo appena intravisto nella zona distinti e qualche sopralluogo/rilievo dei tecnici dei giorni scorsi, ci risulta ancora tutto molto a rilento”.
Oggi siamo al 7 Settembre ed è tutto fermo.
Vergogna, siamo la solita città provinciale e non al’altezza di disputare la serie A. Questa è la realtà.