Dopo la formazione delle due società che comporranno il club, il Parma 1913 è stato presentato ufficialmente nella sala stampa dello stadio Tardini. Presenti il neo presidente Nevio Scala e due degli imprenditori coinvolti, Guido Barilla e Marco Ferrari.

Ed è Barilla il primo a parlare: “Non avrei immaginato un giorno di essere qui in questa stanza a parlare del Parma. Sono uno sportivo da quando sono nato, non ho mai fatto il calciatore perché non ero capace. Seguo il calcio ma da tifoso televisivo e ora mi trovo qui con un gruppo di amici per iniziare una storia diversa da quella vista fin qui. E’ un nuovo inizio fatto con grande passione per la nostra città, molti di noi hanno ricevuto tanto da questa città e vogliamo che questa città risorga. Quello che è successo negli ultimi tempi è estremamente triste. Vogliamo un calcio strutturalmente sostenibile, un nuovo capitolo con persone serie competenti alla quale lasceremo la gestione tecnica. Questo permetterà alla squadra di ripartire da zero con grande umiltà“.

L’imprenditore spiega anche come è nata l’idea del progetto Parma 1913: “Abbiamo cominciato ad avere questa idea a metà di febbraio, ci siamo visti parecchie volte e appena ci sono state le aste ci siamo detti fermiamoci e aspettiamo di vedere che succede. Abbiamo sinceramente sperato che una delle due cordate potesse avere successo. Questa è un’avventura che facci personalmente, non ha nulla a che vedere con l’azienda e io come persona lo devo al Parma e a quello che rappresenta. Sono milanista ma questo non vuol dire, la mia dedizione sarà assoluta e totale”.

Come funzionerà la società

Marco Ferrari, ex ad della Zodiak (società che ha sponsorizzato il Parma Fc in passato), ha presentato la filosofia dietro al progetto: “Per noi il fallimento del Parma Calcio non è stato il fallimento di una persona, ma di un modello del padre padrone che assume su di sé l’onere di una squadra. Ma se guardiamo l’evoluzione del calcio italiano, non c’è la solidità sufficiente per gestire il tutto. Siamo convinti che si possa fare in un altro modo: nel 1999 in Germania è stata introdotto la norma del 50% massimo che può avere in mano una sola persona e ciò ha dato vita a modelli di multiproprietà e di azionariato popolare. Ovvio, siamo in Italia, questo processo ha bisogno di essere accompagnato da un’azionista di maggioranza e da un azionariato diffuso. Abbiamo quasi 200 diversi soggetti tra professionisti e Parma Club che hanno deciso di aiutarci. Stiamo facendo una corsa contro il tempo per iscrivere la squadra al prossimo campionato.

“Come faremo a decidere, con tante teste? Con dei principi di governance: con un cda con  membri che rappresentano le due società, più uno che rappresenta il tifo organizzato, che nomina dei manager. Non cerchiamo plenipotenziari, ma persone che sanno fare il loro lavoro. Uno di loro sarà Luca Carra, si è sempre occupato di marketing: può fare quello che vuole fino a 50mila euro, da quella cifra in più ha bisogno delle autorizzazioni della dirigenza e del cda. Nessuna squadra in Italia lo fa”, conclude Ferrari.

Trasparenza e investimento nel settore giovanile: è il programma del presidente Nevio Scala: “Questa cosa nasce da una telefonata. Posso garantire che mi ha preso un grande entusiasmo, tutti i discorsi mi interessano, però è mi stata delineata la cosa più importante: sono il responsabile dell’area tecnica. Siamo lontani dal calcio da un po’ di tempo, ma questa potrebbe essere la nostra forza perché è da tempo che non siamo a contatto con un certo marciume. Saremo trasparenti. Vi chiedo un po’ di pazienza, ma abbiamo le idee chiare. Non avremo collusioni con quelle figure che hanno operato a Parma e nel calcio italiano. Altra promessa: andremo a migliorare le nostre capacità nel settore giovanile. Stiamo lavorando per scegliere il direttore sportivo. Per i tecnici, sarà il responsabile del settore giovanile a scegliere il suo staff. Io sceglierò gente di cui ho una grande stima ma i nomi saranno condivisi, nessuno farà nulla in autonomia”.

Ora, il club avrà subito delle sfide da affrontare: prima di tutto, le maglie e il logo: “Questo appartiene ai curatori fallimentari, non sappiamo se si potrà subito, quindi realizzeremo un logo e vorremmo incontrare i tifosi per deciderlo assieme”, spiega Luca Carra, nuovo direttore generale del club. “Dopo 30 anni che giro attorno al Parma Calcio non potevo rifiutare una proposta simile. Abbiamo cominciato a lavorare martedì scorso, ci sono alcune priorità. La prima è la campagna abbonamenti con prezzi il più basso possibile, ma ci saranno anche delle sorprese”.

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Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.