La spinta riformatrice della Fifa sembra venire più dagli sponsor che dalle istituzioni. La Visa, uno dei principali finanziatori dell’organo guidato da Joseph Blatter, continua il suo pressing sulla Fifa – iniziato all’indomani dello scoppio dello scandalo-corruzione – affinché venga creata una commissione indipendente per riformare il governo mondiale del calcio. L’amministratore delegato della compagnia bancaria Charlie Scharf, seguendo la linea di un altro big sponsor come Coca Cola, ha ribadito che le risposte date finora dalla Fifa alla accuse di corruzione sono state “totalmente inadeguate”.

“Cerchiamo di garantire al nostro marchio gli standard più elevati e cerchiamo partner che la pensino come noi. La Fifa non lo sta facendo”, ha aggiunto Scharf. Le posizioni della Visa sono chiare e dure nei confronti dell’attuale presidente Blatter, che ha annunciato le proprie dimissioni senza però renderle effettive: “Serve una commissione indipendente guidata da un leader imparziale – afferma il numero 1 di Visa – per formulare le riforme e crediamo che nessuna riforma di rilievo possa essere attuata sotto l’attuale presidenza”. Un messaggio chiarissimo a Blatter, invitato a farsi da parte al più presto.

Al suo posto i bookmakers vedono un testa a testa tra il principe Ali Bin Al-Hussein, che era lo sfidante di Blatter nella tornata elettorale che ha confermato il presidente all’indomani dello scandalo, e Michel Platini, che non ha ancora annunciato di volersi candidare ma che sarebbe sostenuto da diverse federazioni europee e non solo. Nel frattempo gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione alle autorità paraguaiane di Nicolas Leoz, ex presidente della Confederazione Sudamericana di calcio, la Conmebol, tra il 1986 e il 2013, sotto inchiesta per lo scandalo corruzione che ha coinvolto la Fifa. Sull’86enne Leoz, ai domiciliari ad Asuncion per problemi di salute, pesa un ordine di cattura internazionale. Nell’inchiesta sono coinvolti 14 dirigenti Fifa, tre di essi, l’uruguaiano Eugenio Figueredo, il brasiliano José Maria Marin, e il venezuelano Rafael Esquivel, sono detenuti in Svizzera dalla fine di maggio quando è scoppiato lo scandalo durante il congresso della Fifa.

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