La notizia del lancio dei nuovi scarpini della Puma dedicati a Mario Balotelli, hanno riacceso l’attenzione mediatica nei confronti dell’attaccante italiano ormai finito ai margini nel Liverpool.

Attenzione è d’altronde la parola magica. L’ex giocatore di Inter, Manchester City e Milan ha visto abbassare notevolmente il proprio valore di mercato e da quando il tecnico dei Reds Brendan Rodgers lo ha costretto ad allenarsi separato dal resto del gruppo, per Balotelli è diventato importante far parlare di sé, per trovare un’altra collocazione. E per tenere la propria immagine viva a livello commerciale.

Valore di mercato a picco

L’attaccante vive un momento particolare a livello di valori economici: da una parte c’è quello di mercato in forte discesa, dall’altra c’è quello commerciale, che prova a mantenersi sempre alto. Quando Balotelli è arrivato giovanissimo dal Lumezzane – dove giocò tra i professionisti a 16 anni grazie ad una delega – al’Inter, Mario è riuscito nel tempo a costruirsi un buon valore di mercato. Nonostante le bizze fuori dal campo facessero a pugni con il suo talento, Balotelli nel 2010 (anno del Triplete nerazzurro) ha visto il proprio cartellino raggiungere il valore di mercato di 15 milioni di euro già a gennaio, contro i 12 dell’anno precedente, quando il giocatore conquistò l’argento agli Europei Under 21.

Ecco perchè l’Inter, cedendolo al Manchester City, a livello economico fece un buon affare, riuscendo a spuntare un assegno da 29,5 milioni di euro per un giocatore che ormai in nerazzurro si era fatto terra bruciata attorno: non solo Josè Mourinho non lo considerava più un titolare fisso, ma anche il gesto ormai famoso della maglia lanciata via con rabbia contro il Barcellona in Champions aveva fatto arrabbiare i tifosi dell’Inter. Dopo 59 presenze e 20 gol, Mario finisce in Inghilterra.

Sulla sponda Citizens di Manchester, i numeri di Mario restano in pratica invariati: 54 presenze, 20 gol come in nerazzurro, 24 milioni di euro di valore medio del cartellino. Un valore che arriva a toccare i 30 milioni nel giugno del 2012, quando Mario in Nazionale arriva secondo agli Europei, segnando una doppietta in semifinale contro la Germania.

Ma le prestazioni di Mario non seguono il trend di mercato, che riscende a 24 milioni nel 2013, tanto che il club a gennaio decide di cederlo al Milan per 20 milioni di euro pagabili in 5 anni. Le 12 reti in 13 presenze fanno sì che il suo valore di mercato arrivi fino a 27 milioni. La stagione successiva, in rossonero, Mario segna altri 13 gol, ma in più gare. Il Milan lo rivende per 20 milioni al Liverpool: per Balotelli, è il punto più basso della carriera, seguendo il flop al Mondiale cominciato bene con il gol all’Inghilterra e concluso tra mille polemiche.

Ad Anfield, l’attaccante segna solo due reti: in Champions contro il Ludogorets e in Premier contro il Tottneham. Basta. E il valore crolla: se nel gennaio 2015, secondo il calcolo del Football Observatory del Cies, Balotelli vale ancora 26 milioni di euro, attualmente per Transfermarkt il giocatore nel vale 11. Un dato che può trovare conferma nella nuova classifica Cies, dove Mario non compare nella lista dei 100 giocatori dal valore più alto e che giocano nei primi 5 campionati europei.

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L’andamento del valore di Balotelli nel calciomercato è sceso ai livelli del 2009

Il brand Balotelli resiste: il caso di un giocatore trendsetter

Una delle tendenze più diffuse nel merchandising moderno è quello di associare il nome di un giocatore a quello del proprio numero di maglia. Se Cantona è stato uno dei primi a rendere il proprio numero 7 famoso nell’epoca moderna del football, chi ha reso il proprio nome/numero un brand è stato il brasiliano Luis Nazario da Lima, con il marchio R9 usato da Nike per una linea d’abbigliamento, ma anche dallo stesso giocatore per aprire una discoteca a Rio de Janeiro con quel nome.

Poi è arrivato il turno di Cristiano Ronaldo, che dopo il numero 7 allo United ha dovuto aspettare che liberasse la stessa maglia al Real Madrid, per indossarla e poter così sfruttare il marchio CR7, non a caso utilizzato a livello commerciale. Anche per Balotelli il 45 è numero fisso: usato sia nell’Inter che nel Milan, oltre nelle due esperienze inglesi. Ma non è solo una questione di nome-numero: Mario è un vero e proprio trendsetter.

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Sullo store online di Puma gli scarpini sono già disponibili

Detto in parole povere, Balotelli è uno che detta la moda. Una, in particolare: la cresta. Tagliata corta, lunga, ossigenata, al “naturale” o accompagnata da disegni fatta ad arte, la capigliatura del giocatore è stata spesso oggetto di discussione e imitazione soprattutto tra i più giovani. L’importante è che se ne parli. Lo ha capito la Puma, che pochi giorni fa ha lanciato una linea di scarpini dedicati ai ragazzi e che hanno sul tallone la riproduzione della sua cresta.

La casa tedesca lo ha scelto nel 2013 come testimonial, nel tentativo di sfruttare la combinazione con la sponsorship tecnica della Nazionale. Il contratto è importante, 5 milioni all’anno fino al 2023 e va sfruttato. se in maglia azzurra Mario non decolla, ecco che arriva la campagna degli scarpini nuovi, che sono un concentrato dei simboli di Mario: cresta, colore azzurro e slogan “Why Always Me?” coniato ai tempi del City. Come detto, l’importante è parlarne.

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La copertina di Time con Balotelli del novembre 2012

Non è un caso che il ragazzo sia arrivato a conquistarsi la copertina del Time, che nel 2012 lo ha inserito tra le 100 persone più influenti al mondo e che ha deciso di sfruttare l’immagine del secondo sportivo italiano della storia del giornale, dopo Primo Carnera nel 1931. Nell’articolo venne definito “infinitamente affascinante, non solo come sportivo, ma anche come personaggio”. E questo spiega molto.

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Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.

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