Non sempre spendere può significare fare un affare. Lo sa bene la Premier League, che pur confermandosi il campionato di calcio con più spese effettuate per il calciomercato, rivela anche un lato più “sprecone”. 

Secondo i dati presentati alla conferenza Soccerex, in corso a Manchester in questi giorni, il massimo campionato di calcio inglese è anche quello che ha speso fino a 650 milioni di euro nelle ultime tre stagioni, per calciatori che per un motivo o per l’altro sono scesi in campo per meno del 50% del minutaggio medio della propria squadra di riferimento.

La potenza economica della Premier League

Proviamo prima però a inquadrare il contesto di riferimento. I dati svelati da Prime Time Sport al Soccerex spiegano prima di tutto che la Premier League è una vera e propria potenza, quando si tratta di sedersi al tavolo delle trattative di mercato. Dal 2011/12 in avanti, la Premier è stato il campionato che si è concesso le spese maggiori tra le leghe top in Europa.

Cinque stagioni fa, solo la Serie A con 465 milioni di euro spesi si è fatta superare dalla Premier, capace di spendere 553 milioni di euro. L’impennata delle spese inglesi si è avuta due stagioni dopo. Se nel 2012/13 la spesa è stata di 617 milioni di euro, tra il 2013/14 e l’ultima stagione c’è stato un vero e proprio boom: da 731 a 1028 milioni di euro. L’unica a tenere testa all’Inghilterra, nel 2013/14, è stata la Ligue 1 con 375 milioni spesi, trascinata da Psg e Monaco.

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La Premier League comanda la classifica delle leghe top europee in fatto di spesa

Nell’ultima finestra, la Premier si è mantenuta sopra il miliardo, con 1169 milioni di euro e una crescita del 14%. Ma è la Francia a guidare la classifica dell’innalzamento del trend più elevato, con 303 milioni spesi contro i 134 dell’anno precedente e un +206% di crescita. Bene anche l’Italia: +92% di crescita dai 302 milioni di euro dello scorso anno ai 579 di quest’anno. La Premier fa così da locomotiva costante in Europa: in tutto, le leghe top del Vecchio Continente hanno speso 2,963 miliardi di euro, contro 2,238 miliardi del 2014/15.

Un risultato quest’ultimo che dipende dall’Inghilterra, ma non solo. Perché è vero che in Premier i diritti tv renderanno i club mediamente più ricchi rispetto al precedente triennio, ma lo studio presentato al Soccerex rivela considera anche altri elementi, come il nuovo sistema centralizzato di gestione di diritti tv in Spagna, l’arrivo di nuovi investitori asiatici tra Liga e Serie A e la caduta di alcune restrizioni del Fair Play Finanziario per Manchester City e Psg.

The dark side of Premier League: gli investimenti meno redditizi

Nel conto totale, va considerata anche l’obiettivo di alcuni club di tornare grandi in patria e in Europa. I casi più eclatanti sono quelli di Milan e Manchester United. In particolare, quello dei Red Devils rappresenta un’altra tendenza della Premier degli ultimi anni: quella di ritrovarsi con spese effettuate dal risultato poco redditizio. 

In Premier, nelle ultime tre stagioni, sono stati spesi quasi 650 milioni di euro per giocatori che sono scesi in campo per meno della metà delle presenze medie dei compagni di squadra (calcolate sui minuti in campo). In tutto, si tratta di 81 giocatori ingaggiati per una spesa complessiva di 647 milioni di euro: 34 di questi sono costati più di 10 milioni di euro. 

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Il Manchester United domina la classifica degli investimenti meno redditizi negli ultimi tre anni

In questa speciale classifica, domina proprio lo United con 161 milioni di euro spesi, seguiti dal Tottenham con 136 milioni di euro. Una spesa sommata di 297 milioni per 12 giocatori poco utilizzati, tra i quali spiccano Angel di Maria (75 milioni spesi per lui) e Marouane Fellaini (32 milioni). seguono il Manchester City con 73 milioni di euro, il Liverpool con 69 milioni, l’Arsenal con 47 milioni e il Chelsea con 45 milioni.

Nel dettaglio, oltre Di Maria e Fellaini lo United vede inclusi in questa classifica anche Luke Shaw (che ha subìto però un infortunio) e Shinji Kagawa. Per il Tottenham sono addirittura 8 i giocatori: Ben Davies, Soldado, Paulinho, Capoue, Chiriches, Lamela, Dembelé e Sigurdsson. Tra le file del Liverpool spicca la spesa per Balotelli, oltre che per Apsas, Borini e Markovic.

 

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Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.