Inchiesta sul tifo in Italia. Il dato farà inorridire i tifosi integralisti più caldi e pronti a sobbarcarsi centinaia di km per seguire la propria squadra. Ma complessivamente non stupisce più di tanto e fa capire la reale portata del fenomeno calcistico nel Paese. Gli italiani sono tifosi da salotto: del 40% che dice di seguire assiduamente il calcio solo un quinto (il 22%) lo fa dallo stadio ed il numero più consistente sceglie la tv in chiaro.

tifosi in italia 2015 (3)

Pubblico da salotto e anche un po’ old fashion (perchè cresce il consumo sulla tv in chiaro). Anche se si sta facendo sempre più largo la tecnologia.

Iniziamo dallo stadio. Oltre ai dati della ricerca Demos-Coop non si può non considerare il dato reale dei biglietti venduti in Serie A: costantemente in calo e al momento senza una prospettiva rosea per il futuro. E si tratta anche dell’unico dato tra i quattro analizzati che presenta un trend in decrescita passando dal 23% di due anni fa al 22% attuale (anche se in risalita rispetto all’anno scorso).

In netta controtendenza chi dichiara di seguire il calcio attraverso mobile e tablet. Nelle scorse settimane C&F aveva registrato il boom di accessi a Skygo, testimone di una tendenza al consumo di contenuti calcistici che si sta incrementando significativamente su mobile e tablet. Il dato viene confermato da questa ricerca: +8% in due anni. Del resto l’esperienza sta diventando sempre più completa e gratificante grazie proprio agli streaming oltre che alle diffusissime app che permettono gli aggiornamenti in diretta.

Il pubblico televisivo invece resta il più vasto e generalmente in crescita sia per quanto riguarda le opzioni in chiaro che per quelle a pagamento. Da una parte passano dal 64 al 67% coloro che dichiarano di seguire il calcio sulla tv in chiaro: un dato forse influenzato anche dalle recenti vicende sui diritti tv e che potrebbe manifestare una volontà dei tifosi di non sottoscrivere altri abbonamenti oltre a quelli già posseduti. Dall’altra cresce il pubblico delle pay tv dal 55 al 58%. L’incremento anche qui è significativo e testimonia comunque una tendenza, quasi una abitudine ormai consolidata, a considerare il contenuto televisivo calcistico un qualcosa disponibile a pagamento.

Una mappa completa e affidabile, quella di Demos-Coop, che permette di orientarsi e capire meglio il rapporto degli italiani con il calcio. Un rapporto che è meno “intimo” rispetto ad altri paesi dove il tifoso va allo stadio senza se e senza ma ed è invece più legato ad un consumo collettivo fatto di chiacchiere e approfondimenti più che di testimonianza diretta dell’evento. Due aspetti che i dirigenti chiamati a rilanciare organizzativamente il calcio italiano dovranno tenere in grande considerazione.

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