Stadio e infrastrutture, anche il Verona come molte società di serie A ha diversi nodi aperti per programmare il suo futuro e il direttore generale Giovanni Gardini ha fatto il punto su tutte le questioni, in una intervista al Corriere di Verona, mentre sulle indiscrezioni che lo riguardano di un eventuale passaggio all’Inter rimane fermo e vago: «Sono il direttore generale dell’Hellas e come tale parlo in questo momento».
C’è un Verona che pensa a risollevarsi in campionato e una società che, nel frattempo, opera per rafforzare le strutture a disposizione. In questo senso, si è appena sbloccata la vicenda-antistadio? «Abbiamo aspettato che si concludesse l’iter burocratico. Dal canto nostro la cosa era già definita da tempo. Finalmente è arrivata la buona notizia dell’okay da parte del Comune, con i lavori che sono già stati appaltati e che cominceranno quanto prima».
Dall’antistadio allo stadio: quanto è realizzabile l’ipotesi che il Bentegodi diventi di vostra proprietà? «Mi sono espresso di recente su quest’argomento: c’è un dialogo aperto con Palazzo Barbieri e il Chievo, fruitore dell’impianto al pari nostro. Se ci sarà la possibilità di dare ai nostri tifosi un’abituale casa per seguire le partite ci faremo trovare pronti».
Altro argomento caldo, il centro sportivo dell’Hellas. L’area individuata è quella di Forte Lugagnano. Il sindaco Flavio Tosi ha detto che, se non ci saranno intoppi, potrà essere completato entro il 2017. Conferma? «In atto c’è un confronto costante con il Comune e con la soprintendenza. Abbiamo il nostro progetto e ci stiamo impegnando per superare gli ostacoli e arrivare ad un esito favorevole».
Resta in sospeso la ripartizione degli introiti dati dai diritti audiovisivi, che non è stata ancora definita. Ci sono novità in merito? «Esiste una delibera che prevede che la scadenza sia quella del 31 dicembre 2015 per determinare quanto spetterà a ogni società. Non ci sono certezze, per ora, se non quella dell’aumento dell’importo totale che sarà versato per il triennio 2015-2018: il 15 percento in più rispetto al contratto precedente».