La Juventus guadagnerebbe tra i 7 e i 10 milioni di euro in più rispetto ai 12 milioni di ricavi annui se non ci fosse la vendita illegale nel mondo di prodotti di merchandising come magliette, sciarpe, cover, tazze. Lo ha spiegato Fabio Tucci, avvocato del club bianconero, nell’incontro organizzato da Confcommercio «Legalità mi piace», spiegando che la fucina del merchandising Juventus contraffatto è il Sud est asiatico.
«Le tutele esistenti dal punto di vista legale, penale e civile», ha spiegato Tucci, «non sono sufficienti per i club di calcio non solo per quanto riguarda la vendita di prodotti, ma anche per gli eventi nazionali e internazionali. Quello che manca è una legislazione che consenta ai club di ottenere il sequestro di prodotti look like, cioè non propriamente contraffatti ma molto simili agli originali che possono trarre in inganno».
«Per Torino 2006», spiega ancora il legale, «era stata fatta una legge ad hoc, oggi c’è un progetto di legge contro il marketing parassitario in Parlamento. Chiediamo che venga approvato in tempi brevi». Tucci ha detto che a Torino la contraffazione nelle bancarelle vicino allo stadio è stata ridotta del 95% grazie all’intervento delle forze dell’ordine.