Ci sarebbero anche i consigli di Andriy Shevchenko dietro la decisione di Roman Abramovich di esonerare Josè Mourinho. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, Sheva, dopo l’addio al calcio giocato, è rimasto in stretto contatto con il milionario russo. Di più, ne è diventato il consigliere e il compagno di partite nello sky box a Stamford Bridge. Pur non rivestendo ruoli ufficiali, l’ex attaccante ucraino ha anche lavorato per il Chelsea nell’ultimo periodo visionando giocatori per il club. Era ora che lo Special One, con il quale l’ex attaccante del Milan (secondo cannoniere rossonero di tutti i tempi secondo solo a Nordahl) non ha mai avuto un buon rapporto, è stato allontanato gli sarebbe stato proposto anche il ruolo di direttore sportivo, incarico che gli consentirebbe di entrare nell’organigramma del club a pieno titolo.

Era il 2006 quando i destini di Andriy Shevchenko, costato ai blues la bellezza di 46 milioni di euro, si incrociarono con quelli di Josè Mourinho, già Special One straripante di carisma e di ego ipertrofico. Sotto la gestione di Mou, Sheva in Premier lasciò il segno solo in quattro occasioni. I rapporti fra i due furono a dir poco burrascosi anche se narrati dagli interessati con stili diversi. «Josè è un vincente ma parla poco con i giocatori» disse l’attaccante poco amante delle polemiche. «Per Andriy decide la moglie Kristen, se alza la voce si nasconde sotto il letto» lo umiliò Josè.

Ora, secondo i maligni, l’ex attaccante rossonero si sarebbe preso la sua rivincita sul tecnico portoghese e avrebbe la strada spianata per diventare un dirigente dei blues. Sheva, sostiene il Corriere, però nicchia, essendo intenzionato più a mettere la tuta che il doppiopetto. Farà il vice del c.t. Mykhaylo Fomenko dell’ Ucraina a Euro 2016 (è già in possesso della licenza Uefa Pro). E dire che la panchina dell’Ucraina gli era già stata proposta dopo gli Europei del 2012 ma Andriy all’epoca non se l’è sentita.
Si è candidato invece con un proprio partito alle elezioni politiche ucraine ma la sua coalizione non andò oltre l’1%. Ora, in Kuwait per una manifestazione benefica con Nesta, Ronaldinho e Beckham, Mou appare un ricordo lontano. Per Andriy ma anche per il Chelsea.

PrecedenteSpettatori ottavi coppa Italia, stadi vuoti per l’80%: non basta Juve Torino
SuccessivoCalcio in tv finita l’abbuffata sui diritti la sfida 2016 è sulla pubblicità