«Siamo il canale sportivo più visto in Italia». Il bilancio di Alberto Brandi, direttore di Premium Sport dal novembre 2014 – in una intervista di questa mattina a Il Giornale – parte da qui: senza fronzoli.

Cosa dice l’Auditel? «Abbiamo l’1% di share e 250.000 spettatori medi nella fascia del prime time e lo 0.50% di share e 50.000 spettatori medi nelle 24 ore. Siamo davanti a tutti: RaiSport 1 e Sky Sport 1 sono a 0,42, Sky Sport 24 a 0,34, Eurosport a 0,24, Sky Calcio 1 a 0,21. Da quando abbiamo raccolto l’eredità di Premium Calcio, lo scorso luglio, abbiamo fatto enormi passi avanti. E su Premium Sport, oltre ai 14 notiziari giornalieri, si può sempre trovare il meglio della nostra programmazione: rispetto al “nostro” 2014, abbiamo registrato una crescita del 32% nel prime time e del 18% nelle 24 ore».

Merito del traino dei diritti della Champions, strappati a Sky sborsando 690 milioni per il triennio 2015-18? «Anche. Ma mi piace pensare che sia stato premiato il nostro modo di lavorare. Diretta Premium, per esempio, ha finora battuto dieci volte su diciassette la Diretta Gol di Sky: è il nostro fiore all’occhiello, un prodotto nel quale la telecronaca ha un ritmo serratissimo».

Quanti sono al momento i vostri abbonati, si parla di 2 milioni e che siano cresciuti di 200mila unità? «Posso solo confermare che da giugno ad oggi sono cresciuti e sono quelli che avremmo voluto fossero».

Conferma che i prossimi ottavi di finale di Champions di Juventus e Roma saranno trasmessi soltanto in pay? «Sì, perché il contratto con la Uefa non prevede l’obbligatorietà di trasmettere le italiane in chiaro a questo punto della competizione. Canale 5 trasmetterà comunque per tutti un’altra partita di grande fascino».

Quanto fastidio vi ha dato che su Zdf, tv tedesca presente nel pacchetto Sky, si sia potuta vedere Borussia Dortmund-Juventus? «Il giusto. Visto quanto costano i diritti, gli stessi andrebbero poi tutelati sul territorio. L’azienda però sa come difendersi».

Come valuta, a oggi, il bilancio della sfida con Sky? «Positivo, perché siamo aumentati sia a livello di produzione (4830 ore, +22% rispetto al 2014) che di ascolti. Siamo competitivi. E nel prossimo biennio potremo ancora crescere, sperando di poter avere tre squadre in Champions e non solo due come quest’anno, quando una si è subito persa per strada».

Sempre a proposito di Champions, voi siete già certi di giocare la finale. «Intanto tifiamo perché a San Siro, il 28 maggio, ci sia una squadra italiana. Noi ci saremo senz’altro e saremo i broadcaster per tutto il mondo: sappiamo come si fa e i complimenti ricevuti per come abbiamo prodotto la finale di Europa League di Torino lo testimoniano. Sarà un evento unico, per il quale stiamo già lavorando: avremo 33 telecamere, un elicottero, una spydercam, due moto, cinque regie HD e serviremo 80 postazioni di commento. Saremo collegati con 200 Paesi».

A proposito di vetrina: con i social come siete messi? «Siamo partiti rincorrendo, bisogna ammetterlo. Ma i dati di quest’anno sono in crescita: 89 milioni di visualizzazioni sul profilo facebook nel 2015 (+76% rispetto al 2014), 40 milioni su twitter (+98%). Bisognerà puntare di più sull’interazione dei vari mezzi: abbiamo per esempio fatto in modo che gli allenatori rispondessero ad alcune domande poste dai telespettatori e la novità, salvo qualche eccezione, è stata apprezzata».

Prossimi appuntamenti? «Lunedì prossimo, la cerimonia della consegna del Pallone d’Oro con in studio chi l’ha vinto: Paolo Rossi e Luis Suarez. Poi, il 7 febbraio, il Superbowl con l’esclusiva del commento in italiano. E, in primavera, motocross e superbike».

 

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