Il comportamento di Sky, Rti Mediaset Premium, Lega Calcio e Infront era «finalizzato ad alterare il confronto concorrenziale in sede di partecipazione alla gara (…) evitando il dispiegarsi di dinamiche concorrenziali fra gli operatori attivi sul mercato e ostacolando l’ingresso di potenziali nuovi operatori». E’ questa, secondo quanto riporta Repubblica, la tesi degli ispettori dell’Antitrust, che dal 13 maggio al 10 dicembre hanno ricostruito la spartizione dei diritti tv Serie A tra Sky e Mediaset Premium, contenuta nel documento (56 pagine più 182 documenti allegati) con le risultanze dell’istruttoria.

Nel documento, che il prossimo 16 febbraio sarà discusso con le difese dei soggetti coinvolti (oltre a Sky e Mediaset anche la Lega di Serie A e il suo advisor Infront) gli ispettori dell’Antitrust hanno ricostruito minuziosamente il modo in cui, tra sfrenate attività di lobbing, manipolazione dell’informazione, e accordi sottobanco, la grande partita dei diritti tv del Campionato (circa tre miliardi di euro in tre anni) sia stata qualcosa di diverso dal previsto.

In sostanza – sostiene l’Antitust – «la Lega di Serie A, assistita da Infront, e i due principali concorrenti, hanno concordato un esito della stessa diverso da quello risultante dalle offerte, in modo da garantire la ripartizione del mercato tra i due operatori storici, evitando l’estromissione di uno di questi (Rti Mediaset Premium) e precludendo l’ingresso di nuovi operatori sia nell’immediato (Eurosport) sia in futuro. Il tutto senza neanche quei vantaggi per i consumatori che erano stati prospettati» durante i giorni della polemica. Per questi fatti, è in corso a Milano anche un’inchiesta penale per turbativa d’asta.

Spartizione diritti tv Serie A, la ricostruzione dell’Antitrust

Il 19 maggio del 2014, la Lega di Serie A pubblica l’invito a presentare le offerte per i diritti della Serie A per il triennio 2015-2018. I diritti sono divisi in tre pacchetti. Pacchetto A (diritti per piattaforma satellitare, relativi alle otto società sportive di maggiore interesse, vale a dire 248 gare e cioè il 65 per cento degli eventi). Pacchetto B (diritti per piattaforma digitale terrestre per gli stessi eventi del pacchetto A). E Pacchetto D (esclusiva per tutte le piattaforme delle restanti squadre, 132 partite, il 35 per cento del totale. Per questo, partecipa anche Eurosport).

«Alle 12.45 del 5 giugno del 2014 si procede all’apertura delle buste», scrive l’Antitrust. Ma «la Lega procederà all’assegnazione dei pacchetti in data 26 giugno», vale a dire ben 21 giorni dopo, alla fine di una drammatica assemblea. Ventuno giorni durante i quali è successo di tutto. Perché, contrariamente a quanto previsto, le offerte migliori per i due principali pacchetti (A e B) erano state presentate da Sky, che pur non avendo allora una presenza consolidata sul digitale terrestre aveva presentato un’offerta anche per quella piattaforma.

Lo scontento per l’exploit di Sky – è la ricostruzione di Repubblica – è fortissimo sopratutto dentro Mediaset dove si punta subito su una strategia molto aggressiva. Contestare legalmente l’esito dell’asta (vincere sia il pacchetto A che il B determina una posizione dominante di mercato, ed è dunque illegale) e contemporaneamente trattare con Sky per spartirsi il campionato.

Parte dunque un’intensa attività di lobbing per mettere pressione sulla Lega, affinché blocchi tutto, come si evince da una mail interna al biscione acquisita dall’Antitrust: «Sintesi for dummies ad uso dei giornalisti amici: Psilvio vuole un pezzo domani che dica: “Ha vinto Mediaset”. Lo devo dare a Brachino (direttore dello sport di Mediaset, ndr) che fa lobbing pure lui».

La proposta di Sky: Serie A in cambio della Champions

E anche Sky che, se da un lato intraprende un’altrettanto aggressiva strategia legale e di comunicazione, dall’altra, si siede al tavolo a parlare. Dapprima chiede di inserire nella trattativa anche la Champions League (appena vinta da Mediaset) poi accetta di discutere solamente dei diritti della Serie A.

«A seguito di tali trattative – scrive l’Antitrust – interviene l’accordo fra Sky e Rti Mediaset Premium». Lo schema originario viene stravolto, Sky si aggiudica tutte le partite della serie A sul satellite e Premium quelle sul digitale terrestre. Ma per far ciò – ed è questa secondo l’Antitrust la pistola fumante – è necessario condividere 22 partite del pacchetto D.

Tra gli atti recuperati dai finanzieri mandati dall’Antiturst presso le sedi dei soggetti sotto indagine, c’è uno scambio di mail tra Mediaset e Sky con le varie modifiche alle bozze dell’accordo di sub licenza del pacchetto D, l’ultima alle 21.35 del 26 giugno, poco prima della chiusura dell’assemblea di Lega, che recita: «Invio ultima versione concordata. Attendo riscontro prima di procedere con la versione clean. Un caro saluto». Alla quale fa seguito, alle 00.10, dopo la chiusura dei lavori della Lega uno scambio finale piuttosto eloquente tra i due uffici legali. Mediaset: «Questa è stata più dura del solito ma ce l’abbiamo fatta. Ci sentiamo domani». Sky: «Anche stavolta ci siamo arrivati!».

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