La retrocessione e una sessione di mercato meno ricca del solito fanno tingere di rosso il bilancio del Palermo, costringendo il numero uno Maurizio Zamparini ad accelerare quella caccia a soci finanziatori da lui già apertamente avviata nel recente passato per ridare al club siciliano il palcoscenico che merita. Nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2013, di cui C&F ha preso visione, spicca innanzitutto l’ampliarsi della perdita da 4 a 19,38 milioni di euro. Una situazione di tensione economica che si ribalta anche sulla solidità patrimoniale.
Il patrimonio netto.
Ha presentato un decremento di 12,6 milioni, passando da quota 26,1 a 13,4. Il capitale sociale è di 25 milioni e nel corso dell’esercizio è anche intervenuta la rinuncia a finanziamenti infruttiferi da parte dei soci, che per 6,76 milioni sono stati destinati a “versamenti in conto copertura perdita”. Denari impiegati, insieme a 1,1 milioni di altre riserve, a coprire il rosso 2013, rinviato a nuovo per i restanti 11,5 milioni. Per di più, nell’esercizio 2012/2013 il Palermo ha per la prima volta capitalizzato i costi inerenti al vivaio (8 squadre e 180 giocatori); una variazione contabile senza la quale il risultato d’esercizio e il patrimonio netto risulterebbero inferiori di oltre 900mila euro. Nel verbale dell’assemblea che ha approvato il bilancio si specifica che “il presidente informa che in presenza di perdite di gestione tali da ridurre il capitale sociale al di sotto di determinate soglie di vigilanza i soci debbono deliberare opportuni provvedimenti”. Il riferimento è alla situazione per cui la perdita d’esercizio è superiore a un terzo del capitale sociale, che dispone la convocazione dell’assemblea che deve prendere i provvedimenti del caso.
Conto economico: scendono plusvalenze e diritti tv.
L’ampliarsi del rosso si spiega fin dal minore valore della produzione registrato dal Palermo: è ammontato a 66,9 milioni contro i 96,5 nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2012. Nel conteggio mancano soprattutto 5 milioni dalla cessione dei diritti televisivi (33,5 il totale) e si registra il tonfo (-61,5%) delle plusvalenze, che passano da 35,4 a 13,6 milioni. Significativo (-24%) anche se non tanto rilevante in valori assoluti il calo dei ricavi da gara a 4 milioni.
I costi della produzione si sono invece attestati a 91,3 milioni e nonostante si siano contratti di 8,3 milioni il disequilibrio di bilancio è già evidente.
Le campagne acquisti.
Nell’esercizio, le due campagne acquisti hanno portato cessioni per 25,1 milioni e ingressi da 18,7 milioni. Il saldo finanziario, tenendo conto anche dei prestiti e dei pagamenti dilazionati, è stato positivo per 10 milioni. Il valore del parco giocatori iscritto a bilancio, al netto degli ammortamenti, è di quasi 57 milioni, in calo di oltre 16 milioni rispetto alla fine dell’esercizio 2012.
Come sempre accade per le società che chiudono il bilancio a giugno, la relazione del 2012-2013 offre anche uno spaccato sul mercato della scorsa estate. In questo caso, le operazioni maggiori sono state il passaggio di Ilicic alla Fiorentina (plusvalenza da 8 milioni) e quello di Silvestre all’Inter (2,5 milioni di plusvalenza). Complessivamente, si sono registrati 25,5 milioni di cessioni e acquisti per 14,2 milioni e il saldo finanziario sull’esercizio 2013-2014 sarà positivo per 9,5 milioni. La relazione già include la campagna abbonamenti per la stagione in corso: il peso del palcoscenico della seconda serie si sente con il sensibile calo dei ricavi da 2 milioni a 980 mila euro.
Quanto costano i cambi in panchina.
Tornando al bilancio relativo al 2012-2013, sono appuntati 6,5 milioni spesi per gli agenti, tra i quali spiccano i 3,5 milioni riservati alla società “Pluriel Limited” relativi alle mediazione per il tesseramento di Dybala. Il totale dei costi del personale è di 39 milioni, in leggero calo rispetto ai 40,2 milioni precedenti. La diminuzione degli stipendi (-1,5 milioni) e dei bonus (-1,7 milioni) ai calciatori è in buona parte rosicchiata dalla girandola di tecnici: la voce “compensi agli allenatori” cresce del 90% a un soffio da 5 milioni. D’altra parte la cronistoria della stagione, con la quale inizia la relazione degli amministratori, parla chiaro con la girandola di Sannino, Gasperini (due volte), Malesani e quindi nuovamente Sannino. Gli ammortamenti per i diritti pluriennali delle prestazioni dei calciatori si attestano a 24,7 milioni, in crescita dell’11%.
La voce dei debiti.
Si riduce di circa 16 milioni, per un totale di 81,8 milioni alla fine dello scorso anno: è quasi interamente a breve termine, visto che per 74 milioni è in scadenza entro 12 mesi. Nell’esercizio sono state abbattute per 5 milioni ciascuna le voci di debito “per compartecipazioni” (risoluzione del contratto con Viviano) e “verso Enti del settore specifico”, mentre quelli verso le banche sono in leggera crescita a 11 milioni. La posizione finanziaria netta è negativa per 17,9 milioni, dai 7,9 milioni del 2012, soprattutto per l’abbattimento dei crediti finanziari, da legare alla controllata Mepal.
Sfuma il progetto dello stadio.
La Mepal spa è controllata al 100% e iscritta a bilancio per un valore di poco superiore al milione. Ma il suo peso si vede tra le immobilizzazioni finanziarie, che passano da 20,5 a 1,8 milioni nel corso dell’esercizio. Mepal è la società concepita da Zamparini per la commercializzazione dei prodotti rosaneri, poi dirottata verso lo sviluppo del progetto per il nuovo stadio e il centro sportivo. “Il consistente importo del finanziamento erogato” nell’esercizio 2011-2012 alla Mepal serviva proprio per “dotare la controllata dei mezzi finanziari necessari per iniziare a sviluppare operativamente il progetto dei campi sportivi e dello stadio”. Ma “l’allungamento dei tempi tecnici richiesti per la realizzazione dei progetti” ha fatto abbandonare quella via: già nell’esercizio scorso era stata restituita la metà del finanziamento, mentre al giugno 2013 risultava che “il finanziamento di 19,5 milioni è stato quasi interamente restituito”. Da qui il calo delle immobilizzazioni finanziarie.
La Rai dà il suo contributo.
La Rai è in un certo senso andata in soccorso del Palermo. La televisione di Stato – come accaduto per altre società – ha ceduto a titolo definitivo al club rosanero la “teca storica”: il materiale audio/video che riguarda la squadra. Deloitte ne ha certificato un valore di 9 milioni, lo stesso attribuito anche alla cessione dei diritti – da parte del Palermo verso la Rai – per sfruttare quello stesso materiale (e quello che verrà aggiunto in futuro). Di fatto, a costo zero per entrambe le parti il Palermo si è ritrovato la titolarità del materiale e la Rai continua ad avere il diritto di utilizzarlo per i suoi programmi. Ma il Palermo – grazie a questa acquisizione – ha potuto stipulare un accordo con Infront per la commercializzazione e lo sfruttamento dell’archivio, in cambio di un “corrispettivo per tutti gli anni in cui disputerà il campionato di Serie A fino alla stagione 2017/2018”.
L’impatto della B, Zamparini cerca “terzi investitori”.
La retrocessione, spiega ancora il Palermo, ha comportato la sospensione del contratto con la Infront, che “la società sta recuperando parzialmente con un accordo che prevede l’incarico in via esclusiva alla Infront con oggetto il reperimento di sponsor, in cambio di una provvigione”. Anche la Puma, come da contratto, “non ha erogato il contributo economico e non ha concesso la facoltà di rinegoziare i termini economici in caso di ritorno in Serie A”. In chiusura di relazione, la dirigenza ricorda l’attesa di un maggior fabbisogno finanziario in relazione alla retrocessione; per questo – si dice – “si sta attivando per ottimizzare le risorse esistenti e reperire nuovi finanziamenti anche presso terzi investitori”. La cura dimagrante della rosa è poi obbligata per ridurre stipendi e ammortamenti, oltre che per spingere le plusvalenze.