Il Milan, dopo aver messo in sicurezza i conti (si veda l’analisi di Calcioefinanza.it), fa un passo in avanti verso la costruzione dello stadio di proprietà. Il club rossonero avrebbe manifestato il proprio interesse per l’area Expo di Rho e sarebbe vicino all’accordo per ottenerla dopo il 2015 quando sarà finita la fiera espositiva, considerato che l’Inter si sarebbe, almeno per il momento, chiamata fuori.
Se così fosse, il club controllato dalla famiglia Berlusconi attraverso la Fininvest avrebbe grandi chance di aggiudicarsi l’area su cui potrebbe sorgere il nuovo impianto. Secondo le prime indiscrezioni dovrebbe trattarsi di un impianto da 60mila posti e alcune parti, pare, potrebbero essere costruite non in loco (e trasportate sul posto in un secondo momento) per accelerare così i tempi di costruzione. Resta da capire come la società, attualmente guidata da Adriano Galliani e Barbara Berlusconi, intenderà finanziare l’opera il cui costo potrebbe essere nell’ordine dei 200-250 milioni. I lavori dovrebbero cominciare non più tardi del giugno 2016 perché l’impianto sia pronto in tempo per la stagione 2018/2019.
Il Milan avrebbe posto due precise condizioni però. La piena proprietà delle aree (almeno 120 mila metri quadrati di superficie) e quella dei diritti edificatori per realizzare aree ristoro e strutture di vendita anche di media superficie. Rimandata invece a un successivo momento la trattativa sull’eventuale prezzo di acquisto dei terreni. La società rossonera pretenderebbe inoltre che gli oneri di urbanizzazione per la realizzazione delle funzioni accessorie siano scomputati dalle opere previste dal piano attuativo necessario alla costruzione dell’impianto.
La convenzione con il Comune per l’affitto di San Siro, che scadrà nel 2030, può essere rescissa a partire dal 2016. Milan e Inter versano ora più di nove milioni di euro all’anno per l’affitto. Se il Milan riuscisse davvero a trasferirsi a Rho, l’Inter avrebbe la possibilità di acquisire il Meazza a titolo definitivo. Magari includendo nell’affare l’adiacente ippodromo del trotto, il luogo ideale per la realizzazione del cosiddetto “quarto anello”, l’area destinata a negozi, bar e ristoranti. Ma è solo un’ipotesi di scuola, considerato che il club nerazzurro non avrebbe ancora preso alcuna decisione in merito al futuro impianto.
La partita, inoltre, non è ancora chiusa del tutto. Arexpo, la società costituita dalla Regione e dal Comune proprio per acquistare i terreni dove sorgeranno i padiglioni dell’Esposizione Universale di Milano, pubblicherà ufficialmente il bando per il nuovo impianto il prossimo 13 febbraio. Quel giorno dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale «un avviso pubblico per la presentazione di manifestazione di interesse alla realizzazione di un complesso sportivo comprensivo di uno stadio di calcio multifunzionale sul modello europeo nell’ambito del sito Expo». Da allora i soggetti eventualmente interessati avranno 30 giorni di tempo per rispondere.
Secondo quanto riportato dall’edizione online de Il Giorno, nell’avviso pubblico Arexpo riporterà di aver già ricevuto l’interesse del Milan e che sono in corso approfondimenti sul progetto presentato dalla società rossonera. Un atto dovuto, certo. Ma anche una strategia per far sì che lo stesso Milan faccia capire se intende o no andare fino in fondo. Nei giorni scorsi emissari del club di Silvio Berlusconi hanno infatti svolto un sopralluogo sulle aree Falck di Sesto San Giovanni per capire se nel progetto di riqualificazione targato Citta della Salute possa trovare spazio, proprio come sulle aree Expo, anche uno stadio. Se è vero che il Milan ha presentato ad Arexpo il progetto in tempi record, è vero anche che la stessa società ha chiesto tempo per valutare ipotesi alternative. Quel tempo però si fa sempre meno ampio, almeno per la Regione e per il Comune. Anche da qui la scelta di accelerare e di tenere in vita l’avviso solo 30 giorni. L’altra destinataria del messaggio è l’Inter. L’interesse del neopresidente nerazzurro, il magnate indonesiano Erick Thohir, per la costruzione di uno stadio di proprietà sembra infatti essere scemato col passare delle settimane.