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Sky, Vivendi, Mediaset fanno concorrenza Netflix. Il vero obiettivo delle grandi manovrei in atto in questi giorni tra le piattaforme pay tv europee (Vivendi e Mediaset) e di proprietà americana (Sky) è quello di frenare l’avanzata di Netflix. Dopo la grande sfida che ha tenuto banco nel 2015 che ha visto i diritti tv del calcio al centro della contesa il vero tema sul tavolo ora è extrasportivo, almeno fino a che Netflix non entrerà nel campo andando a contendere qualche evento e diventando così competitor diretto anche in questo

Vivendi sta pensando ad una piattaforma di contenuti in 4 Paesi Europei: Francia, Spagna, Italia e Germania. Vincent Bollorè nelle ultime settimane si è mosso per trovare gli alleati: Mediaset che è forte in Italia e spagna ed un operatore tedesco dei contenuti il cui nome ancora non è emerso. Nel frattempo Vivendi ha già lanciato in Germania una società di streaming (Watchever) la cui equivalente italiana è Infinity di Mediaset.

Non perde tempo Sky che si sta muovendo in Asia e sarebbe pronta a investire 45 milioni di dollari nel servizio iflix della Southeast Asian streaming Tv dopo l’accordo a collaborare in questo segmento nei mercati emergenti. La notizia è ripresa oggi da Today pubblicità Italia.

Iflix, con base a Kuala Lumpur, è stato lanciato a maggio 2015 ed è attualmente disponibile in Malesia, Thailandia e Filippine con oltre un milione di utenti che hanno accesso illimitato a migliaia di contenuti dalla libreria di Hollywood, dalle emittenti locali e asiatiche per show e film.

Le trasmissioni sono disponibili su tablet e smartphone. L’investimento di Sky in iflix prevede l’acquisto di 2,5 milioni di dollari di azioni dagli attuali investitori. Andrew Griffith, il direttore finanziario del gruppo di Sky, ha dichiarato: “iflix si è rapidamente affermata come servizio di TV streaming ed è in rapida crescita nei mercati del sud-est asiatico. Sono molte le opportunità per Sky e iflix di lavorare insieme e condividere le competenze. Siamo entrambe due aziende in espansione”

Tornando al dossier Vivendi, al lavoro ci sarebbe anche Tarak Ben Ammar, uomo di grandi relazioni con le major statunitensi che sta incontrando su incarico di Vincent Bollorè realtà come Universal, Fox e Sony. E tutti concordano – come conferma oggi Il Sole 24 Ore – che la piattaforma europea sarebbe la soluzione giusta.

Ora si lavora alla governance della newco (al lavoro per Mediaset e Vivendi gli studi Chiomenti e Carnelutti come ripreso ieri da CF – calcioefinanza.it), ovvero capire quale ruolo può avere Mediaset, ma anche alla definizione di cosa far confluire nella piattaforma.

Di conseguenza bisognerà capire se nella piattaforma allo studio confluiranno o meno le partecipazioni nelle pay tv e quindi di riflesso i diritti del calcio. I riflettori sono su Mediaset Premium, dove fra l’altro Telefonica è socio con l’11 percento. Inoltre Vivendi possiede Canal+ in Francia.

Il tema non sembra ancora totalmente chiaro, anche se le indiscrezioni indicherebbero che la trattativa con Vivendi potrebbe alla fine includere la cessione della pay tv Mediaset  Premium. Il dossier sarebbe portato avanti direttamente dall’amministratore delegato di Mediaset, Piersilvio Berlusconi, con Vincent Bolloré.

Uno scoglio da superare su Mediaset Premium riguarda il  possibile  prezzo  di  conferimento nella piattaforma. Quando Telefonica ha rilevato l’11% di Premium a gennaio del 2015  per 100 milioni la società fu valorizzata 1 miliardo circa.

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