Bilancio Milan 2015 – Il Milan si avvia a chiudere l’esercizio al 31 dicembre 2015 con una perdita consolidata di circa 90 milioni di euro, pressoché in linea con quella del 2014, a fronte di ricavi in calo a circa 200 milioni, in flessione rispetto ai 222 dell’anno precedente. E’ quanto riporta il quotidiano Milano Finanza.
Se le indiscrezioni di MF saranno confermate, per il secondo anno consecutivo il Milan e il suo azionista di riferimento, si troveranno dunque ad affrontare una perdita da 90 milioni (91,3 milioni il rosso consolidato del 2014).
Ma se lo scorso anno il risultato negativo era legato in parte a componenti non ricorrenti (21 milioni di sopravvenienze passive per la svalutazione di crediti fiscali vantati a fine 2013 verso la stessa Fininvest), oltre all’anticipazione di alcuni costi (7,5 milioni) relativi al personale tesserato non più in organico (tra cui l’ex allenatore Clarence Seedorf), nel 2015 sembra che la perdita sia dovuta in misura maggiore allo sbilancio tra ricavi e i crescenti costi operativi (sia quelli legati al personale tesserato, sia quelli legati ad altre voci della gestione, come la nuova Casa Milan e le consulenze pagate per il progetto dello stadio al Portello, poi accantonato per ripiegare sull’ammodernamento di San Siro assieme all’Inter).
Anche se bisognerà attendere la pubblicazione del bilancio per comprendere come si è arrivati alla perdita 2015, è possibile fare alcune considerazioni sulla base delle indiscrezioni riportate da MF.
Bilancio Milan 2015, le plusvalenze non compensano i minori ricavi
Di certo sul bilancio Milan 2015 ha pesato al contrazione del fatturato, sceso da 222 milioni (nel 2014 erano stati contabilizzati 9,4 milioni di premi Uefa legati alla partecipazione alla Champions League 2013/14) a 200 milioni, proprio a causa della mancata partecipazione per la seconda stagione consecutiva alle coppe europee e ad altri minori introiti (compresi gli incassi da stadio).
Una flessione dei ricavi caratteristici che non è stata adeguatamente compensata dal risultato del player trading. Come evidenziato da CF – Calcio e Finanza lo scorso settembre, il Milan dovrebbe aver chiuso la sessione estiva del calciomercato con un saldo tra plusvalenze e minusvalenze da cessione di giocatori negativo per circa 1,44 milioni.
Le uniche cessioni a titolo definitivo del calciomercato estivo sono state quelle di Rami al Siviglia (3,5 milioni di incasso, plusvalenza stimata di 0,7 milioni), di Birsa al Chievo (1,5 milioni di cui 0,5 milioni di plusvalenza), di Zaccardo al Carpi (minusvalenza di 0,8 milioni) e di Saponara all’Empoli (plusvalenza di 0,66 milioni). Operazioni in uscita cui si aggiunge la rescissione di Robinho, che dovrebbe avere avuto un impatto negativo di circa 2,5 milioni.
Bilancio Milan 2015, l’impatto del calciomercato sui conti
A questo si aggiunge il fatto che, anche in virtù degli investimenti effettuati la scorsa estate nella rosa (che hanno impattato solo per un semestre, visto che il Milan chiude il bilancio al 31 dicembre) per la stagione 2015/16, dovrebbero aver fatto crescere la voce ammortamenti, andando ad impattare anche sul costo del personale.
Se è vero infatti che nel secondo semestre dell’esercizio 2015 il diavolo non ha più dovuto pagare gli ingaggi di Bonera (2,4 milioni lordi), Pazzini (5 lordi) e Robinho (4,2 lordi), Essien (5 lordi) e Muntari (5 lordi), è altrettanto vero che, con gli arrivi di Bacca, Luiz Adriano, Romagnoli, Bertolacci, Kucka, oltre allo stipendio da 8 milioni lordi di Fernando Torres (in prestito all’Atletico Madrid) il monte ingaggi è comunque aumentato rispetto all’esercizio precedente.
Bilancio Milan 2015, il supporto della Fininvest
Nel consiglio d’amministrazione tenutosi martedì a Casa Milan è stato poi anche definito il budget per l’annata in corso che, secondo le stime dei vertici societari dovrebbe chiudersi con un deficit di 40-45 milioni. Una perdita che secondo indiscrezioni di mercato non richiederà altre iniezioni di liquidità da parte di Fininvest. La holding, non dovendo più cedere il 20% del 30% complessivo detenuto in Mediolanum, potrà eventuale in futuro destinare la gran parte dei dividendi (all’incirca 60 milioni) garantiti dal gruppo bancario gestito dalla famiglia Doris al finanziamento del club rossonero.
Prosegue intanto la ricerca di un partner che affianchi la Fininvest nel capitale del Milan. Con Bee Taechaubol, in difficoltà nel reperire nuovi investitori capaci di affiancarlo nell’acquisizione del 48% del club, in casa Fininvest si battono anche altre piste che portano sempre a Oriente e in particolare in Cina.
Lunedì sera ad Arcore, scrive ancora MF, i vertici del Milan e della Fininvest si sarebbero nuovamente incontrati per valutare il dossier. Ma di concreto sul tavolo non c’è nulla. Tanto che da via Paleocapa hanno fatto notare che il presidente, Marina Berlusconi, non ha mai partecipato a incontri o a vertici con potenziali investitori, avendo scelto di non seguire direttamente le vicende azionarie relative al Milan.
Silvio Berlusconi, che proprio quest’anno ha festeggiato i 30 anni alla presidenza del Milan, non sembra infatti disposto a rinunciare alla maggioranza del club. Ma nessuno dei soggetti che hanno bussato alla porta di Fininvest è disposto a sborsare la cifra chiesta dall’ex premier (sebbene le valutazioni del 100% non siano così distanti dai desiderata di Berlusconi) per avere una quota di minoranza del Milan. L’unico che avrebbe accettato questa condizione è Taechaubol, che però al momento non sembra nelle condizioni di andare avanti per mancanza di partner.
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